Se è ancora troppo presto per parlare di una conferma del presunto accordo tra Google e Fiat Chrysler finalizzato alla commercializzazione di self-driving car, le parole di Sergio Marchionne sembrano puntare in questa direzione. Il CEO di FCA ha concesso un’intervista di due ore (non ancora diffusa integralmente) al magazine Automobile, in cui affronta il tema in maniera approfondita.
Dai primi estratti pubblicati emerge la consapevolezza degli automaker di doversi interfacciare con società che hanno dalla loro un’immensa disponibilità economica. Il gruppo di Mountain View è un esempio, ma viene citata direttamente anche Apple. A tal proposito si ricorda che il mese scorso Marchionne, in occasione del Salone di Ginevra, ha avanzato la candidatura di Fiat per la produzione della quattro ruote di Cupertino. Le parole dell’amministratore delegato non lasciano spazio a interpretazioni: aziende come Google e la mela morsicata potrebbero entrare in qualsiasi momento nell’universo automotive.
Google può comprare qualsiasi automaker con soldi cash. E Apple, ha incassato 24 miliardi di dollari in un trimestre. Non ha senso. Cosa stiamo difendendo? Cosa?
Come rapportarsi, dunque, con nuovi protagonisti pronti a minare gli equilibri del settore? Quello assunto dal CEO è un atteggiamento di totale apertura, che punta innanzitutto alla creazione di partnership.
Il mio approccio è quello di essere completamente aperto alla tecnologia. Penso che il prossimo paradigma di questo business sia la cooperazione tecnologica con chi fa innovazione. Google è uno. Apple un altro, così come Uber. Tutto riguarda l’accesso completo alle informazioni su ciò che le persone fanno dentro l’auto.
Un eventuale accordo tra Fiat Chrysler e Google (o Apple) consentirebbe alla prima società di poter contare su una tecnologia già collaudata evitando di dover affrontare una lunga e dispendiosa fase di sviluppo, mentre alle seconde di sfruttare impianti produttivi e know-how per la realizzazione dei veicoli da destinare al mercato. Secondo Marchionne, però, è essenziale che le collaborazioni siano siglate subito, senza perdere tempo.
Il punto chiave è trovare un modo che ci permetta di coesistere con gli innovatori, mettendo sul piatto le nostre competenze. La velocità è essenziale. Dobbiamo stabilire una connessione al più presto, relazionarci con i grandi player, con le nuove realtà, con gli outsider, con tutti. L’obiettivo è una condivisione del lavoro ad alto livello. Noi costruiamo veicoli, loro sviluppano la tecnologia da equipaggiare. Idealmente, potrei prendere questi sistemi e utilizzarli su tutti i miei brand.