Marco Patuano, l’amministratore delegato di Telecom Italia, lascia l’azienda su pressioni di Vivendi, azionista di maggioranza che punta ad essere meglio rappresentato all’interno del CDA. Le dimissioni ufficiali arriveranno nella giornata di oggi, ma erano oramai parecchi giorni che circolavano voci di un terremoto tra i vertici dell’azienda di telecomunicazioni. Una volta formalizzate le dimissioni, il Presidente Giuseppe Recchi assumerebbe ad interim tutte le deleghe sino alla nomina del nuovo amministratore delegato.
La decisione di lasciare Telecom Italia sarebbe scaturita dopo l’ultima CDA dove Marco Patuano si sarebbe trovato in minoranza sul progetto di non fare svalutare TIM Brasil. Tuttavia, le pressioni di Vivendi si stavano facendo sempre più forti e probabilmente sarebbe stato, comunque, questione di tempo prima che Marco Patuano fosse costretto a lasciare i vertici dell’azienda. Si ricorda, infatti, che Vivendi, nel corso degli ultimi mesi, ha acquisito il 24,9% della società, una quota al limite dell’Opa. I francesi, dunque, chiedono di essere maggiormente rappresentati all’interno della società da un CDA che rispecchi maggiormente gli equilibri societari.
Con l’addio di Marco Patuano scatta, adesso, il toto nomine. Indiscrezioni sempre più forti punterebbero il dito su Flavio Cattaneo, numero uno di Ntv anche se i vertici della sua azienda negano la possibilità di un suo addio. Non mancano, poi anche molti nomi stranieri come René Obernamm, ex CEO di Deutsche Telekom e il numero uno di Virgin Media, Tom Mockridge. All’interno di questa lista virtuale troverebbe posto, anche, Maximo Ibarra, attuale AD di Wind e CEO designato del futuro operatore frutto della fusione tra 3 Italia e Wind.
Nei prossimi giorni, sicuramente, se ne saprà molto di più. Nel frattempo, con l’addio di Marco Patuano, sono arrivati i primi commenti molto negativi da parte di Asati, l’associazione che rappresenta i piccoli azionisti dell’azienda di Tlc. Asati punta il dito sul silenzio del Governo italiano che non punterebbe a proteggere l’azienda italiana, cosa che invece fanno altri paesi come la Francia con le loro aziende di riferimento.
Timore, per Asati, che la mossa possa mettere in discussione il piano industriale già approvato ed i forti investimenti di sviluppo delle reti già programmate con il rischio di non raggiungere più gli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea. Per Asati, inoltre, gli asset strategici di TI richiederebbero una maggiore attenzione e tutela anche ai fini della sicurezza nazionale e internazionale. Inoltre, si paventerebbe il rischio che TI sia oggetto di merce di scambio tra i poteri forti della finanza nazionale ed europea.
Update:
Marco Patuano, attorno alle ore 14, ha ufficializzato le dimissioni.