Mark Zuckerberg è il CEO più apprezzato tra quelli dei colossi high tech americani. Secondo la classifica stilata da Morning Consult, il fondatore del social network più grande della rete ha battuto personalità illustri come Tim Cook di Apple, Jeff Bezos di Amazon e Satya Nadella di Microsoft. Curiosamente, sebbene Mark Zuckerberg sia una figura ammirata e stimata, la sua creatura, Facebook, non godrebbe della stessa fiducia per quanto riguarda la sicurezza dei dati. Ma non solo: così come figura essere il più amato tra i CEO, al tempo stesso è anche quello meno amato: una polarizzazione forte attorno alla sua figura, insomma, che non sembra lasciare alcuno indifferente.
Secondo la classifica stilata, il social network si pone molto indietro a realtà come Amazon, Apple, Google e tante altre aziende molto note. Lo studio da cui emergono tali classifiche è stato condotto tra il 24 ed il 25 febbraio attraverso un sondaggio posto agli americani per quanto riguarda il forte dibattito tra Apple e l’FBI sul tema della privacy. La lotta per la salvaguardia dei dati personali degli utenti ha permesso a Tim Cook di posizionarsi in seconda posizione dietro il CEO di Facebook, favorendone l’immagine al cospetto della percezione del pubblico. Mark Zuckerberg ha ottenuto il primo posto di questa particolarissima classifica con il 48% di voti favorevoli, ma al tempo stesso risulta anche essere il più odiato con un 21% dei voti: da evidenziare che solo il 31% degli intervistati non aveva opinioni su di lui o non lo conosceva, mentre gran parte degli intervistati si è dimostrato chiaramente schierato da una parte o dall’altra.
Il CEO di Facebook gode, infatti, di una grande visibilità mediatica, probabilmente maggiore di quella di tutti gli altri CEO e questa sua popolarità sicuramente l’ha aiutato a scalare questa classifica.
Sulla sicurezza percepita circa il trattamento dei dati personali, invece, Facebook non si posiziona troppo bene. Gli intervistati non mostrano molta fiducia nella società da questo punto di vista, probabilmente a causa dei recenti problemi sulla gestione della privacy in cui è occorso il social network, o più semplicemente in virtù dell’enorme di dati affidati ad un network tanto ampio e pervasivo.
La “battaglia” con l’FBI ha invece fatto bene ad Apple che si colloca al terzo posto, appena dietro ad Apple: una posizione di forza destinata a rafforzarsi con il prolungarsi del braccio di ferro tra le parti.