Nel mondo di Internet è diventato quasi un punto di riferimento, il simbolo della creatività che riesce a essere trasformata in un successo così clamoroso da entrare nella quotidianità di circa 400 milioni di persone nel mondo, facendo muovere un volume enorme di denaro.
Il protagonista di tale successo è Mark Zuckerberg, creatore di Facebook e periodicamente assurto alle cronache come si addice solitamente alle cosiddette star o VIP, se preferite.
Se è storia vecchia quella relativa ai contrasti con Connect a causa del furto di idee, vero o presunto che sia, che starebbero alla base della sua creatura, arrivano come nuove le ultime rivelazioni pubblicate su Internet.
Secondo queste voci, Zuckerberg avrebbe utilizzato dei dati a disposizione del neonato social network HarvardConnection, cioè quello che negli anni sarebbe diventato il fenomeno Facebook, per propri interessi, riuscendo a carpire credenziali di login, come user e password, che gli studenti di Hardward (l’università presso cui nacque l’idea di Facebook) digitavano per accedere. Un’attività che avrebbe fruttato a Zuckerberg l’acquisizione e l’accesso anche a diverse caselle email, vicenda chiusa in seguito, e dopo la denuncia di alcuni degli interessati, grazie a un accordo tra le parti per un valore di 65 milioni di dollari.
A ciò si aggiungerebbe poi la rivelazione del giornale universitario Crimson, che pare essere stato una delle vittime di hacking effettuato ai danni dei propri archivi informatici da parte del giovane Zuckerberg nel tentativo di conoscere gli articoli riguardanti il suo TheFacebook.
Certo, simili vicende nulla hanno a che vedere con il fenomeno Facebook in sé, anche se la dimostrazione del pochissimo rispetto della privacy (chiaramente violata a più riprese nel caso in cui le accuse fossero vere), mostrata dal suo fondatore nei primi anni della sua attività, fa leggere forse sotto un’altra luce le dichiarazioni di qualche tempo fa, quando dichiarava senza mezzi termini che la privacy è un concetto superato.
Certo, a vedere i suoi presunti trascorsi, più che superata, per lui sembra essere sempre stata un concetto inesistente.