Alla fine l’ha spuntata lui, il fondatore di Facebook. Ha battuto cantanti pop, il criticatissimo Julian Assange, molti politici e personaggi dello star system. Il più giovane miliardario della storia è il personaggio dell’anno, secondo il Time.
Mark Zuckerberg campeggerà nell’ultima copertina, la più ambita, del giornale americano, che ha dato la notizia e creato una pagina biografica sul sito ricchissima di articoli, immagini, video, un intero repertorio sul ragazzo che è stato immortalato anche al cinema da David Fincher.
La motivazione ufficiale del prestigioso riconoscimento è la seguente:
Per aver collegato più di mezzo miliardo di persone e aver mappato le relazioni sociali tra loro, per la creazione di un nuovo sistema di scambio di informazioni, e per aver cambiato il modo in cui tutti viviamo le nostre vite.
In un lunghissimo articolo, il Time racconta le tappe di questa impresa eccezionale e anche la figura di Mark Zuckerberg, all’inizio molto in difficoltà nelle pubbliche relazioni e disastroso nella gestione della crisi sulla privacy, poi sempre più sicuro.
Alla fine, sono quasi tutti d’accordo: bisogna accettare che questo 26enne un po’ sociopatico usi metà dei suoi guadagni per beneficenza, lavori tantissimo e non sprechi il suo tempo e il suo denaro in cocaina e festini, com’è abitudine di molti politici che poi lo criticano, negli States come altrove.
Così scrive il “Time”, citando il suo più accreditato concorrente per la copertina:
In un certo senso, Zuckerberg e Assange sono due facce della stessa medaglia. Entrambi esprimono un desiderio di apertura e trasparenza. Mentre Assange attacca le grandi istituzioni e i governi con l’obiettivo di togliere loro potere, Zuckerberg consente alle persone di potenziare il loro potere attraverso l’informazione. Assange vede il mondo come pieno di nemici reali e immaginari; Zuckerberg vede il mondo come pieno di potenziali amici. Entrambi hanno un certo disprezzo per la privacy: nel caso di Assange perché sente che permette il fiorire delle malevolenze, mentre Zuckerberg la vede come un anacronismo culturale, un impedimento a una connessione più efficiente e aperta tra le persone.
La pagina speciale del Time è un vero sancta santorum per gli appassionati: si possono trovare le interviste e molte gallerie, tra le quali l’album di famiglia di Mark Zuckerberg, le foto degli uffici di Big F nel mondo, o del quartier generale, a metà tra una classica start up americana, un college e un parco giochi.
Vale la pena di vedere il video nel quale si descrive un giorno qualunque a Palo Alto, dal punto di vista degli ingegneri che si occupano dei profili.
In queste ore i giornali americani e di tutto il mondo stanno commentando la notizia, ma il diretto interessato non ha per ora rilasciato dichiarazioni.
E voi cosa pensate? Mark Zuckerberg merita la copertina?
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