Jeans e maglia grigia: così Mark Zuckerberg si è presentato al Mobile World Congress 2014 di Barcellona. E il suo intervento non può che partire da WhatsApp, l’applicazione di messaggistica più diffusa al mondo recentemente acquisita da Facebook per ben 19 miliardi di dollari. «Un percorso per connettere un miliardo di persone», spiega il fondatore del social network più gettonato, un modo per introdurre il vero tema della serata: diffondere a macchia d’olio Internet, per combattere il digital divide e aiutare i paesi emergenti sull’economia globale.
«Molte persone nel Mondo non hanno alcun accesso a Internet, solo un terzo ha accesso alla Rete, e la crescita è minore di quanto precedentemente immaginato».
Con queste parole Zuckerberg inizia il suo intervento per porre l’accento su quanto il digital divide sia oggi uno dei più gravi freni allo sviluppo non solo personale, ma di intere nazioni. E così si introduce il tema di Internet.org, l’organizzazione voluta dallo stesso fondatore di Facebook per garantire ovunque l’accesso gratuito alle funzioni di base della Rete, una sorta di servizio universale per aiutare a «connettere chiunque sul Pianeta». È per questo che l’azienda da diversi mesi offre l’accesso senza costi a Facebook per i featurephone, grazie a speciali accordi con gli operatori, ed è anche per questo che la sfida del futuro per i protagonisti dell’IT sarà quella di offrire «messaggistica, ricerca di base, social network a tutti: in modalità testuale, così che funzionino su banda stretta, e portali d’accesso per i contenuti». L’informazione di base universale, anche nel posto più remoto e meno interconnesso della Terra.
«Le persone parlano di Internet come se tutti fossero già connessi. Non siamo però sulla strada giusta per far sì che tutti siano connessi, se non facciamo qualcosa.»
Un proposito teorico affascinante, ma come raggiungerlo senza connettività e soprattutto fra utenti dal bassissimo potere d’acquisto? Ed è proprio per questo che Zuckerberg ha voluto partecipare al MWC, per stimolare un progetto condiviso: quella di Internet.org deve essere anche una concertazione nel reale, con infrastrutture, accordi speciali, impegni per garantire Internet a tutti. È il caso delle Filippine, dove l’operatore Globe ha lanciato servizi di base facilmente accessibili anche dai meno abbienti e da hardware ormai obsoleto, raddoppiando così i connessi della nazione. Lo sforzo deve quindi avvenire sia sull’interconnessione, fissa o mobile che sia, ma anche sulla disponibilità dei carrier, che dovrebbero offrire un pacchetto di funzioni ad accesso gratuito – i social network, ad esempio – perché via maestra per aprire le porte al resto della Rete. Sì, perché il digital divide non si esplica solo nell’assenza della banda larga, ma anche dalle persone che non hanno ben compreso cosa Internet possa fare per loro, come possa semplificarne la vita, magari anche con la semplice lettura di Wikipedia o l’utilizzo di servizi finanziari di base. Una “ricetta-Facebook” che così si può riassumere:
- Ridurre il monte dati usato: l’esempio è quello dell’applicazione ufficiale di Facebook, che ha visto un taglio importante del traffico generato su qualsiasi piattaforma;
- Ridurre il costo delle strutture: stringere partnership con i grandi nomi dell’hardware e della telefonia, come Facebook sta già facendo;
- Puntare sull’efficienza dei servizi già esistenti, per aumentarne i margini di profitto: l’accesso gratuito a un Internet di base, spingerà le persone a sottoscrivere contratti telefonici, quindi gli operatori guadagneranno pur con la presenza di pacchetti a costo zero.
Prima di passare alla parte finale di Q&A, ovvero le domande poste dal pubblico, Zuckerberg coglie anche l’occasione di parlare di NSA e net neutrality. Essendo Facebook una società che quotidianamente si trova a gestire miliardi di informazioni personali e dati sensibili, la fiducia dell’utente è qualcosa di irrinunciabile. Il consumatore che affida se stesso ai social network non deve temere che i suoi dati vengano indebitamente intercettati dalle organizzazioni governative, perché è illegittimo, è una vera e propria violenza. Ed è per questo che Zuckerberg si impegnerà perché Internet.org sia un universo tutt’altro che minacciato dagli scandali in stile PRISM. Il giovane trentenne non le manda di certo a dire: «Il governo ha superato il segno nel suo essere non trasparente».