Nel numero 152 di nòva, l’allegato de “Il Sole 24 Ore” dedicato a ricerca, innovazione e creatività, un breve articolo di Luca De Biase invita chi si occupa di Web marketing a riflettere sui network sociali come fenomeni complessi, che necessitano di un “approccio di ricerca“.
Il suggerimento parte da due considerazioni: in primo luogo, gli utilizzatori di social network sono più refrattari a cliccare sui banner di quanto lo siano mediamente gli altri utilizzatori di Internet; in secondo luogo, un social network è qualcosa di diverso da quello che appare a prima vista.
Più che “rete sociale” può essere definito come una “simulazione di rete sociale“, in cui contano l’impressione di relazioni estese e generalizzate e la relazione effettiva e attiva, solitamente limitata a un giro limitato di contatti.
In quanto abbiamo a che fare con veri e propri mutamenti antropologici nei campi della relazione, della memoria, della condivisione e della comunicazione, non si può prescindere da un approccio di ricerca: questo però richiede tempo e cura nell’allineare i messaggi, le organizzazioni che stanno dietro i messaggi, i servizi offerti e le esigenze dei destinatari.
L’alternativa sono la fretta oppure lo stile del marketing d’impulso: con questa formula si definisce talvolta il comportamento di quelle piccole e medie aziende in cui, in assenza di una funzione specifica, le decisioni sui messaggi e sulle cosiddette leve del marketing vengono prese dal management in base all’intuito, al buon senso o alla fiducia nell’esperienza passata.
Tutte caratteristiche fallibili già nei mercati tradizionali: figurarsi, nei nuovi scenari, qual è il rischio di fare grossi buchi nell’acqua.