Con un post intitolato “Il futuro, prima o poi, torna”, che sembra strizzare l’occhiolino alla generazione Zemeckis degli anni Ottanta (cioè la sua), Matteo Renzi ha inaugurato il suo blog su Medium. Questa piattaforma di grande successo ha dunque conquistato anche l’ex presidente del Consiglio e segretario del PD. Dal tono dei contenuti si intuisce il desiderio di una maggiore empatia coi follower, ma sempre nella multicanalità.
“Ci sono molti modi di cominciare. E di ricominciare” scrive Renzi nel primo post del suo blog. Evidentemente anche sul web. Renzi ha ammesso in una intervista per Repubblica, dopo il voto del referendum che ne ha decretato la sconfitta politica, di aver detto troppe volte “io” e poche volte “noi”. L’apertura di questo blog mostra una necessità che prima Renzi non aveva, quella di tenere viva una discussione libera e non mediata ora che i media si occupano più di altro che di lui, e in questo frangente modificare anche il suo approccio. L’immagine stessa nell’header ricorda le elaborazioni di Prisma, anche le newsletter e i post su Facebook hanno cambiato tono, sono più dirette: fanno tutti parte di questa svolta comunicativa sulla quale il fiorentino vuole giocare le prossime partite. Più empatia, meno aggressività. E Medium inteso non come un social network – cosa che in effetti non è – ma come habitat-laboratorio di discussione:
Questo Blog non è pensato per i reduci. É un luogo dove camminare verso il futuro. Insieme, in tanti.
Ricominciamo. Anche con un blog "Il futuro, prima o poi, torna" https://t.co/fhBg6n5uUP
— Matteo Renzi (@matteorenzi) January 25, 2017
Guerra di blog? Non ancora
Stando a guardare i sommovimenti dei grandi personaggi politici italiani, è fin troppo naturale constatare che Beppe Grillo sbarca su Netflix, Renzi apre un blog. I due leader dei partiti che raccolgono più consenso credono molto di più alla multicanalità di quanto non facciano altri leader più marginali, anche potenti sui social (come Matteo Salvini) ma in fondo poco innovativi. Tuttavia sarebbe un errore pensare che ci aspetta già tra quattro mesi una campagna elettorale “blog contro blog”: c’è troppa differenza tra un nuovo nato su Medium e l’enorme cassa di risonanza costruita in anni da Grillo. Medium peraltro non consentirebbe neppure le tecniche di insights ed ecommerce di un blog totalmente privato.
La piattaforma di blogging ideata da Evan Williams (ex Twitter) ha una natura molto diversa e certamente più “democratica”: consente discussioni aperte su estratti dei pezzi, crea newsletter, gruppi specifici sui temi, spinge alla permanenza sui contenuti e non sulla variazione. Insomma, è molto meno demagogico dei social e assai più dialogante, infatti piace poco ai politici (Renzi in pratica è il primo a sbarcarvi tra i colleghi italiani), ma ad esempio il team digitale di Diego Piacentini lo ha scelto come piattaforma di comunicazione per aggiornare sul suo lavoro.