Anche quest’anno il Ministro per la Pubblica Istruzione, Mariastella Gelmini, ha scelto di pubblicare su YouTube le materie che gli studenti dovranno affrontare in occasione dell’esame di stato di fine anno scolastico. Il video è stato pubblicato nella giornata di ieri ed è uno scarno comunicato accompagnato da una grafica estremamente spartana, poco più di un minuto per 300 visualizzazioni circa in mezza giornata.
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=nilCnRVHmnc&feature=player_profilepage[/youtube]
La domanda, spontanea, è: a cosa serve tutto ciò?
Occorre anzitutto notare come il video sia stato caricato non su di un sito istituzionale, ma piuttosto su un canale privato denominato espressamente “mariastellagelmini“. La cosa autorizza ad una grafica di minor profilo istituzionale (gli errori grafici sul logo fanno il paio con le semplicistiche animazioni utilizzate nel filmato), ma il canale assume tuttavia rilevanza istituzionale nel momento in cui a parlare v’è un Ministro della Repubblica e soprattutto nel momento in cui i contenuti sono originali e di grande importanza per il target di utenti a cui la Gelmini va a rivolgersi.
Il canale è stato utilizzato ad oggi 19 volte in 2 anni circa dall’apertura. Spiegava il ministro nel dicembre del 2008, quando le pubblicazioni iniziarono:
Ho deciso di aprire un canale su YouTube perchè intendo confrontarmi con voi sulla Scuola e sull’Università. Voglio accogliere idee, progetti, proposte, anche critiche. Una cosa però non farò mai: quella di difendere lo status quo o di arrendermi ai privilegi o agli sprechi. Dobbiamo avere il coraggio di cambiare e lo dobbiamo fare insieme
Come l’anno scorso il Ministro ha scelto YouTube per comunicare le materie del prossimo esame di maturità, ma la cosa è difficile da inquadrare poiché formalmente inutile sotto molti punti di vista (soprattutto alla luce della presentazione che la Gelmini fece del proprio canale).
Non è utile strettamente allo scopo, anzitutto, perché costringe ad ascoltare 70 secondi di parlato invece di scorgere rapidamente un testo scritto. Non è utile allo scopo perché consiglia il sito ufficiale del ministero per ulteriori informazioni, ma tutto ciò mentre sul sito del ministero non è stato ancora pubblicato alcunché sulle materie della seconda prova. Non è utile nemmeno dal punto di vista comunicativo: difficilmente può essere interpretata come una “operazione simpatia” (300 visualizzazioni nelle prime ore non sono prettamente un buon risultato) e l’uso di YouTube come uno strumento per un dialogo più diretto sembra essere più una forzatura semantica che non una comprensione reale dello strumento.
A rigor di logica occorre tuttavia sottolineare il fatto che trattasi di un filmato estremamente semplice, realizzato a costo zero, ospitato su di una piattaforma gratuita e montato senza alcun orpello stilistico. Un’operazione senza impegno, dunque, che non comporta oneri e che non richiede pertanto particolari obiettivi. Ma la domanda, spontanea, rimane: se non c’è utilità, se non è inserito in un progetto e se non persegue finalità precise, a cosa serve tutto ciò?