Chi l’avrebbe mai detto? Tra i temi della Maturità oggi sono spuntati i social network, visti come elementi di rafforzamento della famosa profezia di Andy Warhol: “In futuro ognuno avrà un quarto d’ora di celebrità”.
Tra i titoli degli elaborati richiesti agli studenti stamattina, quello di tipologia D (di ordine generale) recita così:
“Prendendo spunto da questa previsione di Andy Warhol, il candidato analizzi il valore assegnato alla fama (effminera o meno) nella società odierna e rifletta sul concetto di fama proposto dall’industria televisiva (reality e talent show) o diffuso dai social media (Twitter, Facebook, YouTube, blog, ecc.).”
Interessante la separazione netta tra TV media e social media, anche perché molti studenti sembra abbiano preferito questi ultimi. D’altronde, ne sono più pratici e l’argomento suscita più riflessioni sulla società contemporanea. Basti pensare a quello che abbiamo scritto soltanto ieri a proposito della scomparsa dell’anonimato sul Web.
In una Rete dove anche chi vorrebbe non può più nascondersi, non è facile scorgere la profezia di Warhol? I nostri tempi sarebbero dunque segnati, ormai anche a livello di coscienza pubblica (i temi proposti dal Ministero assai difficilmente sono all’avanguardia dei tempi) da una pervasiva volontà di essere famosi.
Ma quel quarto d’ora è ancora un tempo compatibile nell’era dei tweet? Probabilmente no, resta una divertente metafora. Forse i miti, così come le persone, non possono più essere eterni e neppure durare un quarto d’ora. Il Web brucia la notorietà e crea tormentoni e personaggi alla velocità di un bit, moltiplicata da miliardi di smartphone e computer perennemente connessi, che danno la sensazione di avere il mondo a portata di mano, e così anche la celebrità è diventata portatile, facile da indossare.
In un quarto d’ora Twitter posta miliardi di cinguettii, Facebook si popola di migliaia di nuovi iscritti, su YouTube vengono caricati in quindici minuti l’equivalente di trenta giorni di video. Anche il genio della Pop Art avrebbe faticato a immaginarlo.