I risultati del rapporto “Sicurezza informatica: la controversa questione delle regole globali“, annunciati da McAfee e Security Defence and Agenda (SDA), offrono un quadro ben delineato circa la situazione attuale del settore e sulle misure adottate per difendersi dalle minacce informatiche. Interpellando i maggiori esperti di sicurezza a livello globale, SDA ha potuto trarre dati interessanti scoprendo come si inquadra il livello di sicurezza di governi e aziende rispetto a quello degli altri paesi.
Ne è emerso che il 57% degli esperti ritiene che sia in atto una vera e propria corsa agli armamenti per la difesa informatica, la quale, per il 36%, viene considerata addirittura più importante della difesa missilistica. Gli attacchi cracker fanno temere per il 43% danni o interruzioni alle infrastruttura nazionali, che potrebbero produrre conseguenze negative all’economia di un paese. Sorprende inoltre scoprire che nazioni all’avanguardia come Stati Uniti, Australia, Regno Unito, Cina e Germania abbiano una “prontezza” cibernetica inferiore rispetto a paesi come Israele, Svezia e Finlandia .
La SDA ha dunque deciso di sviluppare sei principali raccomandazioni per garantire una migliore sicurezza informatica e una sempre più efficiente prontezza cibernetica. Tra queste, si segnala la necessità di condividere globalmente in tempo reale le informazioni richieste, stanziare incentivi per migliorare i livelli di sicurezza pubblica e privata, conferire maggior potere alle forze dell’ordine in tal senso e avviare campagne pubbliche di sensibilizzazione decise, che vadano oltre gli attuali programmi studiati per supportare la cittadinanza.
Spulciando approfonditamente il rapporto, si scopre peraltro come l’Italia, non a sorpresa, sia tra i paesi più arretrati da questo punto di vista. Il livello di preparazione agli attacchi informatici nel Bel Paese è infatti inferiore a quello di Finlandia, Israele, Svezia, Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Paesi Bassi, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti, equiparandosi a nazioni come Cina, Russia e Polonia.
Si comprende di conseguenza che la sicurezza informatica non è più un elemento da prendere sottogamba. Sono troppi e sempre più ricchi gli interessi in gioco, e garantire, aldilà di quella militare e missilistica, un buon livello di sicurezza nella grande Rete deve essere uno dei punti chiave per quelle nazioni che vogliono sviluppare infrastrutture internet all’avanguardia.