Nonostante le iniziative giudiziarie e gli sforzi legislativi messi in campo nel corso degli ultimi mesi, la pirateria online continua ad aumentare a ritmi sostenuti. A rivelarlo è la società specializzata in sicurezza informatica McAfee, che ha da poco rilasciato una nuova edizione del proprio Threats Report riferita al terzo trimestre dell’anno in corso. Stando ai dati da poco pubblicati, siti web e software per il download illegale dei materiali protetti da copyright sarebbero aumenati del 300% circa su base trimestrale.
Il rapporto [pdf] sottolinea come un primo picco nella diffusione di siti web per l’offerta illegale di prodotti coperti dal diritto d’autore fosse stato rilevato un anno fa circa, in concomitanza con le prime settimane del periodo autunnale 2008. Un fenomeno che si è poi ripetuto nel corso degli ultimi mesi: «Abbiamo osservato un incremento simile a poco tempo di distanza dal rilascio dei film del periodo estivo. Ma ciò che ha maggiormente attirato la nostra attenzione è stato l’aumento significativo di questi siti web durante il periodo offlline di Pirate Bay». La chiusura del celebre portale per la ricerca dei file sulle reti di condivisione BitTorrent ha dunque aperto la strada a numerose soluzioni alternative. Siti web messi in campo in breve tempo per compensare la mancanza di Pirate Bay e consentire agli utenti di rintracciare ugualmente le fonti per il loro file sharing, spesso oltre i margini della legalità.
Molti dei siti web creati per la condivisione dei file, segnala il rapporto, sono in realtà concepiti per veicolare malware sui sistemi spesso all’insaputa degli utenti. La diffusione del software malevolo è cresciuta a ritmi sostenuti nel corso del terzo trimestre e in tutto il 2009, facendo registrare numeri superiori a quelli rilevati nel corso dell’intero 2008. «Abbiamo già superato il 2008 nella crescita totale del malware, e abbiamo ancora tre mesi prima di arrivare a fine anno!» si legge nel report da poco pubblicato da McAfee.
I finti antivirus, ovvero malware mascherati da soluzioni per eliminare i virus dai sistemi, risultano essere le soluzioni maggiormente utilizzate dai criminali informatici per portare a termine i loro attacchi. Tali soluzioni offrono schermate e funzionalità del tutto simili agli antivirus originali, ma solamente all’apparenza. L’interazione con tali applicativi può causare seri danni all’integrità del software installato sul proprio computer e può portare al furto dei dati sensibili custoditi sul PC. Altri importanti veicoli per il malware rimangono le soluzioni fraudolente pubblicate sui social network, in lieve calo su base trimestrale, e i sistemi “autorun” sulle chiavi USB in costante crescita.
L’ingenuità degli utenti meno esperti viene anche sfruttata per le attività di phishing, in costante evoluzione per carpire la fiducia di chi utilizza il Web. La maggior parte dei siti web dediti a tali attività è concentrata negli Stati Uniti (45%), nei Paesi Bassi (11%), in Cina (7%) e in misura minore anche in Italia (2%). Nel rapporto si sottolinea, però, come il fenomeno sia in sensibile evoluzione su base geografica e sia dunque destinato ad abbandonare i paesi tradizionalmente con le più alte concentrazioni per divenire maggiormente diffuso e distribuito.
Gli Stati Uniti si confermano anche nel terzo trimestre del 2009 i principali produttori di spamming: 1 messaggio su 4 di spam proviene dagli USA. Dopo il 25% degli States si collocano il Brasile a quota 12,1% e l’India con 5,3 punti percentuali. Più del 60% dello spam su scala globale viene prodotto in appena 10 stati.