Benché il rischio di una guerra informatica rappresenti al momento più un’ipotesi appartenente al mondo cinematografico che una concreta possibilità, la sicurezza in tal senso necessita costantemente di particolare attenzione, come dimostrano i continui attacchi nei confronti di siti web e server istituzionali di tutto il mondo. In questi giorni McAfee ha dunque intenzione di presentare ad una serie di enti internazionali alcune possibili misure atte a creare un’infrastruttura di base in grado di creare il giusto filtro in caso di attacchi da remoto.
NATO, EDA, EUMS ed ENISA ascolteranno dunque le proposte di McAfee e discuteranno sul caldo tema della sicurezza informatica, cercando di individuare una soluzione comune a tutti i paesi per irrobustire le misure di protezione. L’obiettivo è quello di creare una collaborazione internazionale che possa allo stesso tempo irrobustire l’attuale sistema informatico mondiale e ridurre i costi di gestione e manutenzione in termini di sicurezza per le singole nazioni, aumentando l’interoperabilità tra le risorse a disposizione di ogni stato.
Maurice Cashman, uno dei responsabili di McAfee, presenterà dunque alcune possibili soluzioni che possano adattarsi a seconda delle esigenze, potendo gestire anche un ruolo critico quale quello di sistema di protezione per risorse della massima importanza. «Con la giusta collaborazione tra governi e imprese», ha dichiarato Cashman, «le reti del futuro possono creare resilienza rigettando istantaneamente in un millesimo di secondo un codice dannoso, mentre prima, nei sistemi tradizionali, occorrevano ore per creare una firma».
Il problema di un’ipotetica cyberwar, insomma, è sempre al centro dell’attenzione: la dipendenza dalle tecnologie di ultima generazione diventa ogni giorno più forte per tutte le nazioni e di conseguenza aumenta il rischio di possibili attacchi atti a mettere in ginocchio le infrastrutture informatiche.