McAfee è stata denunciata da due donne californiane le quali, all’atto dell’acquisto di prodotti del gruppo, si son trovati abbonati a servizi di terze parti senza reale consapevolezza dell’autorizzazione concessa. Nessun commento da parte di McAfee, ma il caso è destinato a giungere presto in tribunale.
Le due donne, una volta acquistato un prodotto McAfee tramite il sito ufficiale del gruppo, si son trovate infatti innanzi una pop-up “Try it now” immediatamente successiva all’assenso per l’acquisto del prodotto. Il click spontaneo, però, risulta essere truffaldino poichè impone l’abbonamento a servizi terzi rispetto alla produzione McAfee desiderata. Gli estremi concessi per il pagamento, quindi, vengono utilizzati per una cifra superiore a quella pattuita e le vittime del raggiro si trovano ad aver accettato in modo del tutto inconsapevole un abbonamento da 4.95 dollari mensili.
Melissa Ferrington e Cheryl Schmidt hanno consegnato la denuncia presso la corte federale di San Francisco spiegando di aver avuto addebitata la cifra dalla Arpu, compagnia che «permette di ottenere un prodotto o un servizio con un solo click». La partnership con McAfee è confermata dalla Arpu direttamente sul sito, ma l’immagine esemplificativa mostra una pop-up differente da quella indicata nella denuncia. Il nocciolo della questione potrebbe pertanto essere tutta in questa leggera discrasia tra quel che presentano i denuncianti e quel che può dimostrare la difesa.
Pop-up Arpu sul sito McAfee
Nel mirino potrebbe esserci una pop-up specifica, la quale avrebbe lasciato traccia nel pagamento tramite la dicitura “PerfectSPD”, possibile acronimo di PerfectDisk Live (prodotto Raxco Software in vendita sul canale Arpu). McAfee potrebbe pertanto essere al di fuori di ogni responsabilità, mentre Arpu sarebbe in questo caso chiamata a rispondere per un sistema che, per velocizzare le pratiche di abbonamento, può in certi casi trasformarsi in un pericoloso raggiro.