L’affare che aveva visto distribuita gratuitamente in rete tutta la corrispondenza elettronica di MediaDefender, la società incaricata da RIAA e MPAA di soffocare come poteva il traffico pirata di materiale coperto da diritto d’autore, è di colpo peggiorato.
Proprio quando sembrava che la figuraccia fosse delle peggiori la storia ha subito un’accelerata verso il basso. Ora infatti oltre ai 700 MB di corrispondenza è su internet anche tutto il codice sorgente (50 MB) del software che veniva utilizzato per ingannare e incastrare gli utenti creando l’esca di un normale circuito P2P.
Le motivazioni che hanno indotto il gruppo MediaDefender-Defenders a pubblicare anche il codice sorgente sono spiegate da loro stessi nel comunicato che accompagna i file: «i MediaDefender-Defenders sono lieti di presentare il codice sorgente usato da MediaDefender. Il codice è completo e riguarda tutte le operazioni compiute su KaaZaa, BitTorrent, Gnutella […] Rilasciamo questi sistemi al pubblico perchè si possano identificare i tipi di esche usate da MediaDefender. Un ringraziamento speciale va agli impiegati di MD che ci hanno fornito il materiale».
Già la messa in piazza delle mail private era stato un bel danno d’immagine per la società e indirettamente per le associazioni degli editori musicali e cinematografici. La corrispondenza (non ancora analizzata interamente data la vastità) aveva infatti subito fatto emergere cifre e termini degli accordi con MediaDefender facendo decadere ogni forma di scusante utilizzate in passato da entrambi i soggetti in questione. Ma ora la portata del danno diventa anche pratico visto che pure le tecniche di MediaDefender diventano note a tutti.