Mediaset difende i suoi programmi da Vcast

Il gruppo televisivo ha diffidato VCast dal continuare a proporre tra i suoi video a sottoscrizione anche programmi Mediaset. Il motivo ufficiale è difendere i contratti con terzi, ma non è stato possibile nemmeno cercare un accordo
Mediaset difende i suoi programmi da Vcast
Il gruppo televisivo ha diffidato VCast dal continuare a proporre tra i suoi video a sottoscrizione anche programmi Mediaset. Il motivo ufficiale è difendere i contratti con terzi, ma non è stato possibile nemmeno cercare un accordo

La cause più o meno legittime per la difesa del diritto d’autore non sono un’esclusiva straniera: Mediaset ha diffidato legalmente VCast, il sito aggregatore di videopodcast, dal distribuire online la registrazione dei propri programmi.

Eppure VCast non fa nulla di particolarmente diverso dalla normale videoregistrazione, che è consentita a norma di legge. Sul sito della compagnia è possibile sottoscrivere il podcast (cioè abbonamento gratuito) ad uno qualsiasi dei programmi (televisivi e non) che sono elencati. Alla registrazione di ogni nuovo episodio o puntata chi si è abbonato la riceve in automatico sotto forma di file video. In più VCast prevede anche che siano gli utenti stessi che volendo possono videoregistrare e inviare le puntate di trasmissioni magari non nell’elenco di VCast.

Da ora quindi sul sito della compagnia sono scomparsi i programmi Mediaset e rimangono quelli delle altre emittenti. «abbiamo ricevuto la diffida il 12 settembre scorso e subito abbiamo tolto la possibilità di videoregistrare i canali Mediaset» ha dichiarato all’agenzia AdnKronos Stefano Rogna, tra i fondatori di Vcast: «peccato. Eravamo ancora in una fase sperimentale, il servizio Vcast è nato a giugno e ha avuto subito un notevole successo. Oltre 45 mila contatti con una media di crescita di 500 nuovi utenti al giorno». Da Mediaset ribattono: l’abbiamo fatto «per tutelare i nostri diritti e i contratti che abbiamo con terzi».

Il punto come sempre è lo scopo di lucro: VCast è una società che pur non facendo pagare nulla ai suoi utenti comunque tramite un modello di business guadagna dalla sua attività, che prevede appunto la redistribuzione di video tra i quali anche alcuni programmi televisivi. Tuttavia non è stato possibile nemmeno cercare un accordo: «noi abbiamo anche chiesto di incontrare i rappresentanti di Mediaset per arrivare a un accordo, ma non hanno accettato. Non crediamo di aver leso i loro diritti, perchè la videoregistrazione resta personale e non viene condivisa».

E’ ragionevole ipotizzare che Mediaset abbia agito anche per difendere le proprie fonti di reddito in rete dai suoi programmi. Infatti attraverso i siti Fivestore e Rivideo il gruppo rivende in rete i propri programmi televisivi sia sotto forma di DVD che di file.

Update
Disponibile sul blog una video intervista di Vittorio Pasteris a Giorgio Bernardi, direttore tecnico Vcast

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