Mediaset spende forti risorse per dar corpo al fenomeno Grande Fratello. Per forza, poi, deve tentare di difendere i propri introiti. Alla luce della recente denuncia a YouTube, quindi, non deve stupire la denuncia formulata nei confronti di RCS. Deve far riflettere, semmai, la vittoria ottenuta.
Le due questioni potrebbero anche stare su due piani diversi: da una parte c’è una moltitudine di persone autonome che, per i motivi più disparati, prende spezzoni dalla programmazione Mediaset e li immette in un calderone. Dall’altra c’è un giornale privato che prende gli stessi spezzoni e li porta sulle proprie pagine per “informare.
Dall’una e dall’altra parte, però, difficilmente Mediaset ha una perdita: chi guarda gli spezzoni non troverà soddisfazione, e vorrà (se gradisce il programma) vederne la diretta e tutto il corollario di trasmissioni che Mediaset propone. Al tempo stesso lo spezzone portato sul Corriere.it rende fenomenale un programma che è tra i più criticati, con un ritorno di immagine prepotente ed una pubblicità gratuita quotidiana invidiabile.
Il giudice non ha avuto dubbi: non ci si può appellare al diritto di cronaca. Trattasi di un giudizio per certi versi “morale” ed in molti saranno lieti di sapere che il Grande Fratello non rientra tra i fatti di cronaca. Ma una sentenza simile può, a cascata, avere ripercussioni molto forti su quello che è il rapporto tra tv e Web in quanto a diritti d’autore. Una sentenza simile può completare il quadro accusatorio che già un certo numero di disegni di legge avevano delineato.
D’ora in poi il Web, in Italia, sarà sotto una Spada di Damocle che si fa sempre più corposa, e si capisce ogni giorno di più chi intende impugnarla per farla propria.
E in tutto ciò la RAI, quel pachiderma anziano che la la RAI, rimane paradossalmente fuori dai problemi: ha rilanciato il proprio sito web, ha un accordo con YouTube, i diritti sono blindati e remunerativi. La situazione è quantomeno strana, ma sicuramente pericolosa.