Mediaset può esultare per la vittoria conseguita: il dominio mediaset.com torna all’azienda di Cologno Monzese, la quale potrà così porre rimedio alla dimenticanza che ha originato il disguido nelle settimane scorse:
La nona sezione del Tribunale Civile di Roma ha accolto il ricorso 1193/12 di Mediaset nei confronti della società Fenicius Llc imponendole di cessare l’uso del dominio la cui acquisizione, come dimostrato nel ricorso, “è stata compiuta con finalità di agganciamento del noto marchio Mediaset”.
La sentenza impone l’inibizione all’uso del dominio da parte della Fenicius Llc e 1000 euro di penale per ogni giorno di ritardo nell’esecuzione del provvedimento.
Il gruppo può pertanto tornare a controllare il proprio dominio, ma non sembra volersi accontentare. Oltre ad impossessarsi della proprietà perduta, infatti, il Biscione punta il dito contro chi stava tentando di violarne il trademark, arrivando a mettere le mani sul marchio a causa di una semplice dimenticanza che per un attimo ha fatto abbassare la guardia al gruppo. Mediaset intende pertanto dare ora un significato più profondo alla propria battaglia e lo fa con un accorato comunicato stampa che dettaglia quanto accaduto.
Il gruppo spiega anzitutto come il dominio .com sia praticamente inutile ai fini dell’attività aziendale poiché ogni contenuto è oggi veicolato esclusivamente tramite il dominio .it. Tuttavia la perdita del .com avrebbe potuto rivelarsi cosa pericolosa:
Per quanto ci riguarda, ogni altra estensione di dominio legato al nome Mediaset potrebbe non esistere, in quanto unici proprietari del copyright sul brand.
Viceversa, sono spuntate figure specializzate nell’acquisizione delle numerosissime estensioni relative a marchi affermati, da .com a .xxx. Centinaia e centinaia di domini fittizi che le società originarie dovrebbero quindi registrare e depositare. In alcuni casi, pochissimi, si tratta di effettive omonimie che possono generare dispute comprensibili. Nella grande maggioranza, si tratta invece di operazioni architettate da professionisti che hanno l’obiettivo di rivendere il dominio ai legittimi proprietari a prezzi fuori mercato.
In questo caso, il ricorso immediato di Mediaset alla giustizia ordinaria ha prodotto i risultati attesi. Ma ciò non toglie che la materia sia diventata un’autentica giungla da disboscare. La strada giudiziaria non può essere la soluzione: richiede alle aziende investimenti economici e intellettuali e contribuisce a intasare la giustizia civile. Ormai il problema ci sembra urgente e lo segnaliamo alle autorità competenti.
Toccata nel vivo, insomma, l’azienda di Cologno Monzese si fa carico di una battaglia che da anni genera problemi a livello internazionale. La moltiplicazione dei domini non fa che accentuarne l’entità, ma non sembra poter essere questa una guerra che possa essere intrapresa a livello nazionale: l’ICANN e la WIPO sono i referenti a cui rivolgersi, ed un semplice .com è quanto sufficiente per riportare al centro del dibattito il problema del cybersquatting.