Mega oscurato, maxi operazione anti-pirateria

Con un'operazione antipirateria online senza precedenti, la procura di Roma ha oscurato 25 portali per violazione di copyright. Tra loro Mega.co.nz
Mega oscurato, maxi operazione anti-pirateria
Con un'operazione antipirateria online senza precedenti, la procura di Roma ha oscurato 25 portali per violazione di copyright. Tra loro Mega.co.nz

Il tribunale di Roma, lo scorso fine settimana, ha dato il via ad una maxi operazione antipirateria online che ha portato all’oscuramento di ben 25 siti, rei di aver diffuso materiale protetto da diritto d’autore. Il provvedimento che ha chiesto ai provider italiani di oscurare 25 siti internazionali porta la firma del giudice romano Costantino De Robbio.

Tra i 25 siti oscurati colpisce la presenza di Mega.co.nz (il cui nome era in passato legato a Kim Dotcom, già fondatore di Megaupload, agli arresti negli anni scorsi al termine della spettacolare azione delle forze dell’ordine presso la sua abitazione in Nuova Zelanda) e il provider russo Mail.Ru. Per comprendere i dettagli dell’operazione, comprese le precise accuse sollevate, è intervenuto il noto avvocato specializzato nel diritto d’autore Fulvio Sarzana, che all’interno del suo blog fa luce sull’intera vicenda sollevando anche non pochi dubbi sul regolamento AGCOM del diritto d’autore. Secondo l’avvocato Fulvio Sarzana, il Giudice delle Indagini preliminari di Roma Costantino de Robbio ha disposto il 14 luglio scorso il sequestro preventivo di 25 portali internazionali per violazione della legge sul diritto d’autore.

L’accusa partirebbe da una segnalazione di un piccolo distributore italiano indipendente che avrebbe scoperto la presenza in questi siti di due film non ancora presenti sul mercato: “the congress” e “fruitvale station“.

L’operazione “EyeMoon” ha portato così all’oscuramento di ben 25 portali: cineblog01.net, cineblog01.tv, ddlstorage.com, divxstage.eu, easybytez.com, filminstreaming.eu, filmstream.info, firedrive.com, mail.ru, mega.co.nz, movshare.sx, nowdownload.ag, nowdownload.sx, nowvideo.sx, piratestreaming.net, primeshare.tv, putlocker.com, rapidvideo.tv, sockshare.com, uploadable.ch, uploadinc.com, video.tt , videopremium.me e youwatch.org.

Quello che lascia perplessi del provvedimento è l’inserimento di portali come Mega.co.nz e Mail.Ru. Mega.co.nz, a differenza del precedente MegaUpload, non è un “cyberlocker“, ma un semplice servizio di cloud storage che non possiede nativamente una vocazione per la pirateria. Un servizio che per sua natura può sicuramente anche contenere file illegittimi, ma a questo punto si dovrebbero condannare e oscurare anche DropBox, OneDrive e tutti i servizio di cloud storage che a sua volta contengono sicuramente materiale pirata.

Mail.Ru, di proprietà dell’oligarca Alisher Usmanov, è invece il portale più visitato della Russia. Con un semplice parallelismo, è come se la Russia bloccasse sul suo territorio l’accesso a Libero o Virgilio. O magari Gmail.

Un provvedimento così esteso dimostra, come sottolinea l’avvocato Fulvio Sarzana, le mancanze del regolamento AGCOM sul diritto d’autore.

L’operazione della Procura di Roma mette in luce ancora una volta l’inutilità del Regolamento AGCOM sul diritto d’autore, entrato in vigore il 31 marzo scorso e che sino a qui, su 108 segnalazioni, ha prodotto il risultato di inibire solo 5 portali che sarebbero dediti alla Pirateria ( il 2,5 % delle istanze presentate).

Basti pensare che tra i portali sequestrati ve ne è uno oggetto di un provvedimento di archiviazione nelle scorse settimane, da parte della stessa AGCOM.

Non si comprende come possa essere stato oggetto di archiviazione un portale che dopo circa un mese è stato sequestrato dall’Autorità giudiziaria.

La lotta alla pirateria online è comunque molto importante, ma con il nuovo regolamento AGCOM si potrebbe arrivare facilmente anche a oscurare un portale come YouTube dove è sicuramente possibile trovare materiale che infrange il diritto d’autore.

Il blocco ai siti oscurati è comunque solo un palliativo. I loro server, non trovandosi in Italia, non sono stati spenti e per raggiungerli è sufficiente modificare i propri DNS.

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