Megaupload.com, uno dei portali di file sharing più grandi della rete e tutti i siti a esso collegati sono stati oscurati da pochi minuti dalle autorità americane. I procuratori federali della Virginia hanno infatti accusato Megaupload di aver ricavato oltre 500 milioni di dollari in attività illecite come la distribuzione di materiale pirata (film, programmi e molto altro). Le aziende proprietarie del portale (Megaupload Limited e Vestor limited) e i loro responsabili sono state quindi accusati di aver violato le leggi sul copyright americane.
Inoltre a quanto si apprende al momento 4 dei 7 responsabile delle società sarebbero addirittura stati arrestati. Oltre alle accuse di violazione di copyright, i giudici della Virginia avrebbero prospettato accuse anche di riciclaggio e racket internazionale. Accuse pesantissime che potrebbero costare sino a 20 anni di reclusione.
L’operazione giudiziaria contro Megaupload.com è sicuramente una delle più grandi mai messe a segno dalle autorità giudiziarie che lottano contro i fenomeni di pirateria informatica. Nella documentazione messa a disposizione delle autorità viene spiegato sommariamente come funzionava Megaupload.com e come avveniva il raggiro della leggi sul copyright.
In buona sostanza Megaupload.com pubblicizzava e sosteneva i file caricati sul proprio spazio Web che risultavano più popolari e più scaricati, eliminando invece quelli meno ricercati. Per l’accusa i file popolari altro non erano che programmi e/o video pirata, mentre i file con meno appeal erano quelli di matrice legale utilizzati in buona fede dagli utenti. Inoltre anche in caso il detentore dei diritti d’autore contattasse il portale per chiedere la rimozione dei link illegali, Megaupload.com ne rimuoveva uno solo, lasciando quindi altre fonti da cui scaricare i file illeciti.
Comunque in queste prime ore convulse, l’unica cosa davvero chiara è la protesta che si sta librando in rete da parte degli utenti di Internet di tutto il mondo che chiedono il ripristino di Megaupload. Inoltre qualcuno inzia giustamente a chiedersi se questa mossa delle autorità americane vada in qualche modo a limitare la libertà della rete. La memoria infatti va dritta alla legge bavaglio SOPA, che il Congresso americano vorrebbe approvare e che aveva portato il Web alla formale protesta di ieri quando portali come Wikipedia erano scesi in sciopero. Legge che prevederebbe proprio questo e cioè l’oscuramento immediato di un sito che favorisca la diffusione di materiale pirata anche con semplici link.
Ne sapremo di più comunque nelle prossime ore.