Clamoroso colpo di scena nella vicenda che vede coinvolto Kim Dotcom, esperto informatico tedesco proprietario del sito Megaupload arrestato dalla polizia neozelandese per presunto favoreggiamento al file sharing illegale. Secondo quanto ha deciso Helen Winkelmann, capo giudice della Corte Suprema della Nuova Zelanda, il blitz che ha portato al suo arresto sarebbe stato illegale poiché gli avvisi di garanzia erano troppo generici per poter effettuare un’operazione di quel tipo.
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«La polizia ha invocato avvisi di garanzia invalidi quando hanno cercato le proprietà e sequestrato vari oggetti. Perquisizione e sequestro sono dunque da considerarsi illegali», scrive il giudice nella sua sentenza lunga ben 56 pagine. Per questa ragione, Winkelmann ha ordinato al procuratore generale della Nuova Zelanda di notificare alle autorità degli Stati Uniti la sua decisione e chiedere il ritorno volontario delle copie dei dischi rigidi di Dotcom che sono stati portati oltreoceano. Ha inoltre ordinato la restituzione di tutti i computer sequestrati.
Si tratta certamente di una vittoria importante per Kim Dotcom, il quale si ricorda è accusato dai pubblici ministeri degli Stati Uniti di aver ottenuto proventi pari a 175 milioni di dollari grazie ad attività di file sharing illegale tramite i servizi offerti da Megaupload e rischia fino a 20 anni di carcere. Una vicenda che però non ha mai troppo convinto, sia per la generalità delle accuse, sia per i modi abbastanza burberi con cui si è deciso di chiudere il sito.
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