Meltdown e Spectre stanno rendendo sempre più complicata la vita ad Intel. Il costruttore di processori sembra che dovrà affrontare almeno tre class action a causa delle falle di sicurezza individuate all’interno dei suoi processori. Come ha riportato Gizmodo, le denunce sono state depositate in Oregon, California ed Indiana dai proprietari di computer basati su CPU Intel. Queste persone affermano che le vulnerabilità, di cui Intel era a conoscenza già da diversi mesi, rendono i suoi chip intrinsecamente difettosi.
Intel ha contribuito attivamente a realizzare patch correttive per eliminare o quanto meno mitigare i rischi di sicurezza, ma queste persone affermano che questi correttivi potrebbero pregiudicare le prestazioni dei computer. Criticate, inoltre, anche le tempistiche dell’intervento giudicate non adeguate. Effettivamente, alcuni esperti riportano che le soluzioni per chiudere queste falle di sicurezza, in particolare quelle per Meltdown, potrebbero portare a sensibili rallentamenti dei processori e quindi ad una perdita importante delle prestazioni dei computer sino anche al 30%. Intel ha respinto questa diagnosi evidenziando possibili rallentamenti solo in specifici scenari e che quindi l’utente medio non si accorgerà di nulla.
In realtà, le aziende stanno ancora distribuendo tutte le varie patch di sicurezza e quindi è forse ancora troppo presto per capire se davvero ci sarà un impatto negativo sulle prestazioni.
Google, comunque, confermerebbe indirettamente la posizione di Intel. Big G ha affermato, infatti, che l’impatto delle patch a livello di prestazioni all’interno della sua infrastruttura cloud è stato trascurabile. La sua infrastruttura non avrebbe, infatti, sofferto di particolari perdite di prestazioni a seguito dell’installazione dei correttivi.
Le class action, comunque, andranno avanti ed è possibile che non saranno nemmeno le uniche. La notizia della scoperta di queste falle di sicurezza presenti su miliardi di PC ha scosso profondamente l’opinione pubblica ed è possibile, quindi, che altre persone “chiedano i danni” al produttore di processori visto che per alcuni querelanti trattasi di uno dei più grandi problemi di sicurezza mai affrontati sino ad ora.
Intel non ha voluto commentare i procedimenti legali in corso.