Ricordate il Memristor, il quarto elemento circuitale passivo di base dell’ingegneria elettronica? Ne avevamo già parlato in un post del 26 maggio 2008. Il dispositivo scoperto da HP sembra avere delle incredibile potenzialità, a detta della azienda californiana, non solo in termini di memorizzazione dell’informazione ma anche in termini di processamento dei dati.
Il futuro dei processori trova quindi nel memristore un nuovo protagonista che promette di rivoluzionare il mondo dell’hardware e con esso la tecnologia utilizzata.
Il memristor è un bipolo in cui una variazione di carica elettrica, ossia una corrente non stazionaria, dà luogo ad una variazione di flusso magnetico e quindi ad una tensione, che dovrebbe localizzarsi ai capi del componente. Il rapporto tra il potenziale prodotto e la corrente prende il nome di memristenza. La caratteristica principale di questo dispositivo è quella di memorizzare l’informazione anche in assenza di alimentazione.
HP, che ne ha provato l’esistenza nel 2008, ha dichiarato che il memristor è in grado di realizzare anche delle operazioni logiche con la possibilità di effettuare tale processamento direttamente nel dispositivo di memorizzazione evitando così di utilizzare un processore dedicato a tale funzione.
Quindi non verrebbero più utilizzati solamente per rimpiazzare le attuali NAND ma per implementare delle vere e proprie unità di calcolo. Questo permetterebbe innanzitutto di alleggerire il carico della CPU, di suddividere i compiti con un conseguente reale guadagno in termini di consumi e di prestazioni.
In particolare, viste le basse potenze necessarie ai memristori, l’incremento di prestazioni e la scalabilità della tecnologia, per HP il processo produttivo basato su questi dispositivi sarà destinato a soppiantare l’attuale tecnologia al silicio, oramai in procinto di giungere a saturazione.
Nel giro di cinque anni, i memristor potranno trovare applicazione in diversi dispositivi portatili, come e-reader, palmari etc. che fanno del basso consumo un target irrinunciabile o anche in supercomputer destinati alla ricerca grazie all’incremento di prestazioni che questi dispositivi saranno in grado di introdurre.
Per i più interessati, il video che segue spiega il funzionamento di questi nuovi incredibili dispositivi elettronici e le loro potenzialità.
[youtube]rvA5r4LtVnc[/youtube]