Meraki ci prova a San Francisco

Dopo i fallimenti di Google e Earthlink adesso la neonata Meraki tenta di cablare San Francisco con il WiFi a basso costo sfruttando ripetitori invece che hotspot. Il budget del progetto è di 5 milioni di dollari e dovrebbe essere ultimato entro l'anno
Meraki ci prova a San Francisco
Dopo i fallimenti di Google e Earthlink adesso la neonata Meraki tenta di cablare San Francisco con il WiFi a basso costo sfruttando ripetitori invece che hotspot. Il budget del progetto è di 5 milioni di dollari e dovrebbe essere ultimato entro l'anno

Partito come un progetto di laurea, ora l’idea di costruire un’infrastruttura per il WiFi cittadino a basso costo che sia in grado di coprire tutta la città di San Francisco potrebbe diventare realtà. Dopo gli sforzi andati a vuoto di Google e Earthlink arriva adesso il turno di una startup con un’idea: condividere la banda. Quello che da noi è la regola infatti è un’anomalia per gli Stati Uniti dove solitamente ognuno gode di una connessione propria e non in condivisione.

Se infatti le due grosse aziende avevano dovuto rinunciare al progetto per l’immane sforzo economico necessario e per i molti problemi di ordine politico e burocratico che si erano creati ora la neonata Meraki potrebbe aggirare simili ostacoli e arrivare dritta all’obiettivo. Il piano infatti è di vendere o regalare direttamente ai privati cittadini non degli hotspot WiFi ma dei ripetitori da 49 o 99 dollari, hardware da loro progettato ed in grado di ripetere i segnali provenienti da un numero limitato di hotspot fino a coprire la città. Così facendo si avrebbero sicuramente meno punti di connessione e la banda dovrebbe essere divisa tra più utenti, tuttavia alla Meraki sono fiduciosi che fornendo un quantitativo di 1 Megabit non ci sarà sovraffollamento.

«Sareste sorpresi di scoprire in quanti possono condividere una medesima connessione» è scritto sul sito della compagnia «la maggior parte degli utenti infatti utilizza meno dell’1% del loro limite di banda personale, cosa che fa sì che centinaia di persone possano condividere alcuni megabit».

Ad appoggiare finanziariamente la società che punta a portare a termine il lavoro entro un anno ad ogni modo c’è anche Google, che a suo tempo aveva già installato alcuni ripetitori in giro per la città ma che non era poi riuscito a completare l’opera. Meraki invece punta a fare di San Francisco il proprio showroom, per mostrare ad altri clienti le potenzialità della propria tecnologia, della propria idea e dei propri servizi per poi venderli nel mondo.

Al momento, dopo 6 mesi di lavoro, Meraki ha installato 500 ripetitori (sufficienti per 40.000 persone) ed è in piena regola sulla sua tabella di marcia che dovrebbe consentirgli di portare a termine il lavoro di copertura delle 47 miglia quadrate della città con un budget di 5 milioni di dollari contro i 14 e i 17 milioni stanziati a suo tempo da Earthlink e Google (considerando anche una velocità di connessione inferiore).

Per quanto riguarda la sicurezza dalla società avvertono che la loro infrastruttura non sarà più sicura di un normale hotspot WiFi e dunque di fare attenzione quando si effettuano transizioni importanti e prendere le dovute precauzioni.

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