Città del Messico, città attanagliata da gravi problemi di delinquenza minorile e di traffico di stupefacenti. Una curiosa iniziativa, però, tenta di invertire la tendenza facendo leva su quel che i giovani amano di più: il gioco, l’informatica, i computer. L’idea è stata lanciata dal capo della polizia Joel Ortega: chi consegnerà un’arma di piccolo taglio avrà in cambio una Xbox; chi consegnerà un’arma di grosso calibro avrà in cambio addirittura un personal computer.
Secondo quanto rilevato da Reuters «gli organizzatori dell’iniziativa che offre pc e Xbox in cambio di armi dicono che 100 computer sono già disponibili alla consegna, equipaggiati di software donato da Microsoft. Nella prima giornata sono state consegnate 17 armi». Non solo: se l’iniziativa dovesse raccogliere il successo auspicato dalle autorità, il tutto verrebbe presto esteso anche a Iztapalapa, «zona nel mirino della polizia perchè ospita rivendite di auto e ricambi rubati».
Il raffronto con la situazione europea è quantomeno peculiare: mentre nel vecchio continente si moltiplicano le petizioni per bandire i videogiochi violenti dal commercio, in Messico il tentativo è quello di usare proprio i videogiochi per arginare la violenza reale: due approcci decisamente opposti che congiuntamente non fanno però altro che sottolineare l’importanza dell’esperienza da gioco per i più giovani.
La notizia del dono è peraltro controversa, in quanto trova in rete ulteriori versioni che scartano l’ipotesi Xbox sostituendola con una ricompensa non di natura informatica e comunque di minor taglio.
L’idea di proporre i pc come merce di scambio giunge in seguito ad una serie di retate repressive con cui la polizia ha tentato di scardinare i traffici illeciti che portano al declino sociale specifiche zone della città. Così facendo il presidente Felipe Calderon volta pagina passando allo stadio propositivo dell’azione contro la violenza ed il risultato della prima giornata è di per sè già meritevole di nota: 17 armi in meno che sparano, 17 gamers in più che prendono la mira.