Questo è uno dei risultati che 23andMe mi ha personalmente consegnato dopo il test sulla saliva. Ora tutti lo sapete: Giacomo Dotta ha mediamente un rischio minore rispetto alla media di contrarre un tumore alla prostata tra i 35 ed i 79 anni (avere un DNA sano non crea quel caso umano che avrebbe donato a questo post ben altro lustro. Che si sa, le belle notizie non fanno notizia).
Mi dovrei sentire fortunato? L’interpretazione di questi dati è complessa. 23andMe parla infatti di “incidenza”, ovvero il numero dei casi registrati all’interno di un preciso campione (nel caso specifico il campione di coloro i quali hanno la mia specifica caratteristica genetica). Ma il calcolo probabilistico consegna qualcosa che un comune utente può vedere o come mera casualità, oppure esagerandone l’interpretazione del significato: 15.2% contro il 17.8% medio.
Per certi versi l’approccio 23andMe molto assomiglia a quello di Google: in base ad una statistica riconsegna una sua verità. Che non è una sentenza: è semplicemente una probabilità. Così su Google il primo risultato è quello che probabilmente ci interesserà di più, e su 23andMe una incidenza più bassa probabilmente terrà fuori dai guai. Ma in entrambi i casi la fallacia è alta.
Così come su Google non ho mai cliccato su “I’m feeling lucky”, così non ho personalmente preso in considerazione questi dati al 100%. Quando le percentuali si fanno “bulgare” cade una considerazione maggiore sul dato, ma nulla più. Perchè una cosa è vedere una SERP, un’altra è vedere uno spaccato probabilistico dell’analisi compiuta. I numeri sembrano essere proposti più per confondere, che non per chiarire: se con il mio profilo genetico ho un rischio pari al 15.2%, ma se è vero che la genetica pesa per il 42% sui carcinomi alla prostata… alla fin fine la matematica cosa dice per il mio caso specifico? E gli agenti esterni in che misura influiscono?
Come quando un sito riceve tanti link, allora sale nel ranking e si impone sugli altri: l’approccio probabilistico è tutto qui. Chissà se crederemmo ancora nel PageRank se ne avessimo in trasparenza tutto l’algoritmo…
Regione 1, Gene 8q24, SNP rs1447295: da questo dato, in combinazione con tutte le statistiche mediche esistenti, vengono partorite le informazioni che poi determineranno il mio semaforino sul portale 23andMe. Fino a che punto la semplificazione è cosa buona e fino a che punto il desiderio di sapere non si fonde con la deleteria passività dell’affidarsi ad un semaforino colorato?