Un nuovo avvicinamento tra Microsoft e Yahoo? No, assolutamente no. Voci e smentite, teorie e dinieghi: il caso Microhoo ha vissuto nel weekend una nuova puntata che soltanto la chiusura delle borse ha permesso di vivere semplicemente all’insegna dei rumor, senza ripercussioni su capitali ed investimenti. Tutto inizia sul Times online e tutto termina su All Things Digital: 48 ore di ipotesi che vanno in fumo lasciando comunque l’ennesima traccia su una storia per la quale l’unica cosa scritta ed attesa sembra essere soltanto il finale.
Atto primo: Microsoft offre i propri miliardi a Yahoo, ma l’offerta è respinta. Atto secondo: Microsoft alza la posta, Yahoo rifiuta in modo ostinato. Atto terzo: Yahoo si avvicina a Google, ma l’accordo non va in porto. Atto quarto: Googlehoo va a monte, Yang prepara il tappetino rosso per Steve Ballmer, ma da Redmond si risponde picche.
Atto quinto: Microsoft prepara una manovra di avvicinamento che sembra voler approfittare del vuoto decisionale che si è creato nel management di Sunnyvale dalla dipartita di Yang in poi. L’ipotesi illustrata sul Times è dettagliata ed argomentata, il che lascia ipotizzare una certa vicinanza delle fonti alle trattative. Nello specifico Microsoft avrebbe messo 5 milioni di dollari nelle mani di Jon Miller e Ross Levinsohn, l’uno proveniente da AOL e l’altro da Fox Interactive. Il duetto, forte di ulteriori 5 milioni di provenienza extra-Microsoft, potrebbe operare una scalata alla proprietà Yahoo che, facendo leva anche sulla posizione di forza di Carl Icahn, dovrebbe essere finalizzata al controllo del gruppo.
Una volta impossessatasi indirettamente del controllo del management Yahoo, Microsoft potrebbe tornare a bussare a Sunnyvale, sapendo che ad aprire sarà una presenza amica. A questo punto un accordo potrebbe concretizzarsi, ed avrebbe focus specifico sul search advertising. Microsoft, infatti, non nasconde il proprio imperituro interesse nel motore Yahoo come via preferenziale per sfidare Google nel mondo online: 20 milioni di dollari sarebbero stati parte dell’accordo per firmare un contratto decennale di partnership tra Sunnyvale e Redmond.
La teoria sta in piedi, ma a quanto pare sarebbe totalmente infondata. La smentita, infatti, giunge sulle pagine All Things D. partendo direttamente dalle parole di Jon Miller e Ross Levinsohn: entrambi negano di aver mai sentito parlare di una ipotesi similare, allontanando pertanto da sé (almeno formalmente) ogni interesse sulal vicenda. Kara Swisher taglia corto: è tutta una farsa. Data l’importanza della posta in palio, però, anche una farsa può assumere spessore. A contrattazioni di borsa aperte, lo si sarebbe anche potuto quantificare.
Smentita la scalata da 10 milioni, smentito l’investimento da 20 milioni, smentito l’interessamento dei personaggi terzi chiamati in causa. Nessuno, però, smentisce un possibile futuro accordo in ottica Microhoo. Si torna quindi al finale apparentemente già scritto, del quale occorre però ancora definire forma e percorso.