Per chi pensa che le cose ufficiali siano definitive, Kevin Johnson ha fatto sapere che se mai Yahoo dovesse cambiare management allora si tornerebbe a trattare. Puntuali arrivano poi le smentite, di quelle smentite del tipo “siamo stati fraintesi” che tanto sanno di solida conferma.
La questione è oltremodo chiara: finché c’è Yang non si vende. Ma Yang è pressoché isolato ed entro un mese circa deve trovare argomenti buoni per rafforzare la propria posizione traballante. Se non si presenterà con programmi importanti potrebbe essere destituito, ed a questo punto gli azionisti che nel frattempo hanno rastrellato nuove porzioni di proprietà (favoriti peraltro dal calo delle azioni) potrebbero portare sul trono viola un qualche proprio rappresentante di fiducia.
A quel punto si venderebbe a Microsoft contando in un forte lucro in poco tempo: un affare interessante che non fa che cementare gli interessi del partito anti-Yang.
A questo punto il dilemma non è più se vendere o non vendere. Yang o non Yang, questo è il problema.