Eccola la scoppola che tutti si aspettavano: le azioni Yahoo crollano di oltre il 20% nel pre-market, mentre per contrasto le azioni Microsoft recuperano circa tre punti percentuali. Sono solo le prime scosse e l’assestamento è lungi dal concludersi, ma per la giornata di oggi il destino è segnato: per gli azionisti Yahoo occorre digerire il boccone amaro pregustato per tutto il weekend, fin da quando Steve Ballmer ha dato il ben servito a Yang mandando in fumo l’affare Microhoo.
Il botta e risposta è stato secco e chiaro: «Ho la sensazione che i nostri colloqui di questa settimana siano stati particolarmente utili, fornendo a me per la prima volta con chiarezza ciò che sia e non sia possibile fare» ha indicato Ballmer. «Il nostro board e la dirigenza focalizzeranno ora le loro attenzioni per aumentare il valore delle azioni e per perseguire nuove opportunità in grado di portarci al successo e alla leadership nel nostro settore» ha risposto Yang. Ballmer sembra fare un po’ di tutto per mettere Yang con le spalle al muro, opponendolo agli azionisti e concentrando le responsabilità sul board pur negando ogni manovra ostile: «mi è ormai chiaro come sia poco sensato per Microsoft portare la nostra offerta direttamente ai vostri azionisti. Questo approccio implicherebbe necessariamente una competizione protratta nel tempo e probabilmente un’offerta di scambio. I nostri colloqui con voi ci hanno portato a concludere che, nel frattempo, avreste compiuto numerosi passi per rendere Yahoo meno appetibile per una acquisizione da parte di Microsoft». Yang per contro cerca di tenere unito il gruppo: «Abbiamo uno spirito e una cultura unicamente “Yahoo”, e non dobbiamo dimenticarcelo». Sfilacciarsi ora sarebbe un errore imperdonabile.
Le azioni Yahoo scendono in apertura a circa 22 dollari. Prima dell’offerta Microsoft, però, il gruppo era a quote ancora inferiori, tanto che il surplus generato dall’offerta di Ballmer sembra solo dimezzarsi in queste prime ore a Wall Street. Microsoft, per contro, ha perso circa il 10% recuperando ora pochi punti. La situazione, insomma, non è completamente riassestata e, in assenza di contromosse da entrambe le parti, il trend potrebbe accentuarsi ulteriormente. La sensazione è che non tutti diano l’affare per concluso e, se non nel breve periodo, in prospettiva qualcosa potrebbe ancora accadere.
Yahoo punta sull’unità, sul credo nella direzione intrapresa, sulle potenzialità ancora inespresse e magari su qualche nuova alleanza (leggasi Google). Ballmer da parte sua boccia la scelta di “ego” sancita a Sunnyvale: «Continuo a pensare ancora oggi che la nostra offerta sia l’unica alternativa in grado di offrire ai vostri azionisti il giusto e corretto valore per le loro azioni. Rinunciando a raggiungere un accordo con noi, voi e i vostri azionisti avete lasciato sul tavolo una enorme opportunità. Ma naturalmente un accordo non è obbligatorio». Per Microsoft gli analisti prevedono una serie di acquisizioni o accordi utili a portare al gruppo un bacino d’utenza utile al mercato pubblicitario ambito. Yahoo avrebbe accelerato l’operazione, ma dalle leggere inviate dai rispettivi CEO appare chiaro come Yang abbia fatto di tutto per svalutare il valore del suo gruppo agli occhi delle ambizioni di Redmond.
La sfida contro Google è ardua (in molti vedono Google come l’autentico vincitore di questa battaglia), ma la sfida di Yahoo contro i propri stessi azionisti potrebbe essere ancor peggiore: chi si trova il portafoglio alleggerito da una scelta giudicata poco saggia potrebbe rivalersi contro Yang creando pericolose faide interne (che Microsoft promuove ed auspica silentemente). Il mercato ha per ora risposto passivamente alle dichiarazioni formali, ma vige una situazione di attesa volta a capire come virerà definitivamente la situazione: l’equilibrio è terribilmente precario.
Wall Street apre ed è questo il primo verdetto: Yahoo a -19.76%, ma potrebbe non finire qui; Microsoft a +2.39%, ma è consolazione vana; Google a +2.55%, ed è questo un evidente sospiro di sollievo: pericolo momentaneamente scampato.