Ultime 24 ore e poi Microhoo sarà cosa ufficiale. A distanza di 1 anno, 5 mesi e 28 giorni da quel fatidico 1 Febbraio, quando per la prima volta Microsoft approcciò seriamente Yahoo con una offerta ostile da 44 miliardi di dollari, le parti dovrebbero stringersi per la prima volta la mano: non sarà una acquisizione e nemmeno una fusione, ma qualcosa di più discreto che dovrebbe riconsegnare comunque vantaggi ad entrambe le parti pur conservando la corrispettiva libertà ed entrambe le identità aziendali.
L’ufficialità dista qualche ora, ma la trattativa sembra ormai ai dettagli. L’accordo consta, secondo quanto trapelato e raccolto da All Things Digital, in uno scambio tale per cui Microsoft avrà in dote la ricerca sulle pagine Yahoo, mentre Yahoo avrà la possibilità di vendere pubblicità sui propri siti e su alcune proprietà Microsoft. Al contrario di quanto chiesto da Carol Bartz, però, nessun emolumento di natura monetaria viene pattuito tra le parti: a Yahoo spetterà per 3 anni il 110% degli introiti derivanti dall’advertising, quota che scenderà al 90% a partire dal quarto anno. Il filo che congiungerà le parti sarà Bing, il motore sulla cui fortuna scommettono tanto Redmond quanto Sunnyvale.
L’accordo sarà ovviamente subjudice fin quando non vi sarà il semaforo verde dell’antitrust, ma non dovrebbero esserci problemi: se lo stop è stato a suo tempo imposto in connessione alla partnership tra Yahoo e Google, una stretta di mano con Microsoft non sarà invece fermata poiché le parti raggiungono congiuntamente appena il 30% del mercato. Grazie all’accordo, però, Microsoft va ad identificare la seconda forza alle spalle di Google e può sfidare il leader con una massa critica molto differente rispetto al passato.
L’accordo è un passo che indica una sterzata da parte di entrambi i gruppi: mentre Yahoo abbandona il campo della ricerca per dedicarsi ad advertising e media, Microsoft avrà in mano le redini della propria sfida contro Google. Redmond va così a rappresentare la risposta che il mondo della pubblicità online attendeva da tempo: un alter-ego in grado di portare concorrenza sul mercato.
Per poter interpretare l’accordo occorre necessariamente attendere i dettagli. I punti di sovrapposizione tra Bing e Yahoo, infatti, sono molti e per Microsoft il rischio è quello di perdere qualcosa nel momento in cui si tenta di sommare gli asset dei due gruppi.