A 24 ore dall’offerta ostile di Microsoft, Yahoo ha preso parola per prendere tempo: il management è in meditazione e presto darà il responso sul futuro dell’azienda. A 48 ore dalla lettera aperta di Steve Ballmer, ad esprimere l’opinione più attesa tra tutte quelle portate online in queste ore è Google: il motore di ricerca ha preso posizione tramite una missiva online firmata da David Drummond, «Senior Vice President, Corporate Development and Chief Legal Officer».
«L’apertura di Internet è ciò che ha reso Google – e Yahoo – possibile. Una buona idea che gli utenti ritengono utile cresce in fretta. Un business può essere creato attorno a un’idea. Gli utenti possono beneficiare della costante innovazione. È ciò che ha reso Internet un così eccitante luogo. Per questo l’offerta ostile di Microsoft per Yahoo pone problematiche questioni. È qualcosa di più di una semplice transazione finanziaria in cui un gruppo ne acquista un altro. Si tratta di preservare i fondamenti principali di Internet: apertura e innovazione».
Così Google introduce l’argomento contestualizzando l’operazione avviata da Microsoft in un contesto che va al di là del solo ambito economico/finanziario. Non si tratta solo di una manovra contabile, insomma. Google non offre esplicitamente risposte, ma le questioni che pone il seguito del comunicato contengono al proprio interno un punto di vista sulla situazione molto chiaro.
«Può Microsoft ora tentare di esercitare su Internet la stessa sorta di inappropriata ed illegale influenza già esercitata nel mondo dei PC? Benché Internet premi la competizione nell’innovazione, Microsoft ha frequentemente tentato di stabilire un monopolio proprietario – allargando il suo dominio in nuovi, adiacenti mercati. Può l’acquisizione di Yahoo permettere a Microsoft […] di estendere le proprie pratiche illecite dai browser ed i sistemi operativi ad Internet? Inoltre, Microsoft più Yahoo significa una schiacciante condivisione di account di instant messaging e caselle di posta. E tra di loro, le due compagnie operano i due più trafficati portali della rete. Può la combinazione dei due trarre vantaggio dal monopolio del mondo dei software per limitare irregolarmente la capacità dei consumatori di accedere liberamente ai servizi email, IM e web-based della concorrenza? […] i consumatori meritano risposte soddisfacenti».
Google lo dice insomma con chiarezza: l’offerta Microsoft va analizzata con attenzione perchè c’è qualcosa oltre all’orizzonte terso dipinto dal gruppo di Redmond, secondo cui l’unione delle forze permetterà maggior competitività nel mondo dell’advertising online.
L’avviso alle autorità antitrust è esplicito (e se viene dallo studio legale del gruppo, c’è da aspettarsi una presa di posizione ancora più netta nel caso in cui nessuna entità di controllo voglia autonomamente scendere in campo contro la colossale acquisizione). L’intento di Google sembra quello di lanciare il sassolino sperando di stimolare gli animi di quanti intendono condividere con il team di Mountain View i dubbi sulla leicità e sull’opportunità dell’operazione.
Mentre le prese di posizione online si moltiplicano, però, i riflettori si spostano ora nuovamente sulla fondamentale opinione che verrà presto espressa da Sunnyvale: occorre infatti ora capire cosa intenda farsene Yahoo dell’offerta ricevuta. Nel frattempo una risposta Microsoft a Google è attesa nelle prossime ore, quando un’apposito incontro è stato organizzato per spiegare nei dettagli agli azionisti gli intenti perseguiti dall’OPA avviata a Redmond.
Nel frattempo una voce (già suggerita anzitempo) si fa largo: Google potrebbe entrare nella partita e cercare di impedire a Microsoft di conseguire con successo la propria scommessa su Yahoo. I telefoni di Sunnyvale e Mountain View sarebbero in contatto e si starebbe valutando l’ipotesi “spezzatino” per permettere a Google di acquisire a propria volta parte di Yahoo offrendo agli azionisti un valore definitivo ancora superiore. Il tutto potrebbe altrimenti essere condito da revenue sharing. Varie le formule al vaglio, uno solo l’intento: impedire a Microsoft di compiere il grande passo.
L’annuncio dell’OPA ha fino ad ora lasciato perlopiù spiazzato l’intero mercato. Troppo grande il boccone per deglutirlo subito, troppo importante l’operazione per capirla in poche ore. E poi nulla lasciava preludere a colpi di scena: Ballmer aveva esplicitamente annunciato una serie di piccole operazioni di basso profilo, l’austerity sembrava essere la direttrice del futuro, i vecchi contatti con Yahoo erano andati tutti a malo modo, e ci mancava pure una ricerca di poche ore prima con cui Forrester negava ogni possibilità di grande OPA d’ora innanzi. Tutto, clamorosamente, smentito.
Le linee “macro” dell’operazione sono chiare: il secondo motore di ricerca al mondo potrebbe essere mangiato dal terzo per costituire un polo credibile di opposizione al numero uno Google. Ma potrebbe esserci anche molto di più. A Microsoft di certo interessa quel mezzo miliardo di utenti oggi fedeli al punto esclamativo di Sunnyvale e probabilmente non disdegna neppure Panama, l’algoritmo del motore e le potenzialità del portale. Inoltre ci sono nomi quali Del.icio.us o Flickr, pietre miliardi del “2.0” che Microsofot potrebbe fagocitare per facilitare l’ascesa del proprio tribolato universo “Live”. Ultimo, ma non per importanza: il mobile. Entrambi i gruppi vi scommettono pesantemente ed è in questa dimensione che potrebbe essere trovato il chiavistello per sradicare il placido controllo di Google sul settore.
Ci sono però anche vari problemi. C’è ad esempio da gestire un brand dal valore inestimabile, e Microsoft avrebbe il dovere forzato di mantenere momentaneamente in vita tanto il proprio quanto l’altrui motore. Probabilmente Yahoo verrebbe spezzettato ed integrato nelle varie realtà di Redmond, con l’unità MSN pronta a far proprio il meccanismo editoriale in arrivo. C’è da garantire alla vecchia utenza una continuità operavita e c’è inoltre da operare una difficile integrazione tra due realtà molto variegate e di abnormi dimensioni. L’acquisizione determinerebbe interessanti sinergie, come spiegato da Steve Ballmer, ma anche onerosi costi di fusione. E fondamentali scommesse.
Per ora gli azionisti Microsoft sono rimasti perplessi. Si crede nella bontà dell’acquisto, ma si intuisce altresì la difficoltà di questo passaggio. Quando il 2008 sembrava tutto rose e fiori, insomma, ecco riemergere le spine. Yahoo probabilmente si guarda ora attorno: l’ineludibile sta per accadere e o si trovano altri acquirenti credibili (la stessa Google anche, come indicato, il che porterebbe al rialzo l’offerta iniziale in un braccio di ferro da cui Yahoo avrebbe tutto da guadagnare), oppure Jerry Yang deve salutare l’indipendenza della propria creatura e lasciarla nelle mani di quella che fino ad oggi è stata la concorrenza. L’affinità tra i due gruppi sembra destinata a maturare, come due masse troppo grandi e troppo vicine per non attrarsi. Google, su un’altra orbita, è destinato invece ad opporsi con ogni mezzo: anche a Mountain View è il momento delle decisioni forti. In fondo, quando Yahoo decise di non acquistare quella piccola sconosciuta start-up chiamata Google, firmò senza saperlo la propria condanna. Su certe decisioni non si torna indietro. Ed ora in pista ci sono tutti e tre.