Effettuare pagamenti riguardanti piccole somme attingendo al credito telefonico piuttosto che al conto bancario: è questa la proposta di OneBip, società tutta italiana che si sta affermando in paesi come Germania, Regno Unito e Stati Uniti nel campo dei micropagamenti (fino a 10 euro in Europa e fino a 20 dollari negli States), un mercato che si stima possa valere 18 miliardi di dollari entro il 2010.
I micropagamenti sono per definizione relativi a piccole somme che nel mondo reale vengono eseguiti quotidianamente senza problemi, ma che spesso sono un problema se devono essere effettuati con moneta elettronica (infatti tali cifre, se pagate via carta di credito, costano spesso di più in termini di mediazione bancaria che non in termini di prezzo vero e proprio). La soluzione proposta da OneBip, cioè la transazione che fa capo al credito telefonico, è un’opzione ventilata da molto tempo e che tuttavia solo ora sembra decollare in concreto. Tutto ciò, però, al momento solo lontano dall’Italia (uno stringato «coming soon» offre però speranze per l’immediato futuro).
Nel nostro paese infatti, al di là di qualche sporadico episodio come la possibilità di pagare i biglietti dell’autobus via SMS, di micropagamenti via cellulare ancora non si sente parlare anche se il 54% degli intervistati vede di buon occhio questo tipo di pagamenti e il 40% dichiara che questo tipo di transazioni possono essere utili per pagare i biglietti del tram o il parcheggio o ancora in generale i servizi erogati dal comune.
Eppure all’estero il business di OneBip funziona, anche e soprattutto in previsione dell’apertura della società al commercio in rete nel 2009. Stando infatti a quanto dichiara il presidente Diego Mortillaro: «nella sola Gran Bretagna, primo paese a recepire la direttiva europea sull’e-money e primo paese nel quale OneBip è stato lanciato, in poco più di 2 mesi oltre 20.000 utenti hanno registrato un account e più di 600 siti lo stanno utilizzando per aumentare i ricavi attraverso la vendita dei loro prodotti e servizi digitali».