Nel 2011 Microsoft ha guadagnato 1,7 miliardi di sterline dalla vendita dei suoi software nel Regno Unito, ma non avrebbe pagato al paese nemmeno un penny di tasse. Non si può parlare però di evasione fiscale, in quanto l’azienda di Redmond rispetta appieno l’attuale normativa che consente di trasferire il fatturato verso altre sedi aperte in paesi in cui il fisco è più leggero. Questo escamotage viene definito “legal loophole” ed è utilizzato da tutte le grandi aziende, tra cui Google, Apple, Facebook, Amazon e Starbucks. Ed è l’effetto del disallineamento tra economia, rete e diritto: travalicare i confini è spesso un vantaggio che le grandi aziende hanno imparato a sfruttare per ottimizzare le proprie performance finanziarie.
Il Sunday Times ha condotto un’indagine approfondita scoprendo il tragitto compiuto dai profitti di Microsoft. Quando gli utenti del Regno Unito acquistano Windows o Office, i loro soldi vengono inviati ad un piccolo ufficio con sede in Lussemburgo e composto da soli otto dipendenti. Da qui i profitti vengono trasferiti al quartier generale in Irlanda (Microsoft Ireland Operations Ltd) e quindi ad un’altra società del gruppo con sede alle Bermuda. Risultato della triangolazione: zero tasse pagate nel Regno Unito sugli 1,7 miliardi di sterline incassati lo scorso anno. Microsoft non è però un evasore fiscale, in quanto questa pratica è consentita dalle leggi europee:
Microsoft paga tutte le tasse dovute, come richiesto dalla legge, in tutto il mondo. Le sussidiarie di Microsoft sono integralmente assoggettate alle imposte nelle giurisdizioni in cui operano. Siamo regolarmente controllati dalle principali giurisdizioni fiscali per le quali l’azienda rispetta tutte le norme e i regolamenti.
Per le multinazionali (ma anche per i privati) il Lussemburgo è un vero paradiso fiscale. L’aliquota sui profitti pagata da un’azienda non supera il 21%, ma in alcuni casi può scendere anche allo 0,5%. Le associazioni di consumatori e gruppi di attivisti come Tax Justice Network chiedono ai governi di modificare al più presto le norme vigenti e di controllare le dichiarazioni dei redditi di tutte le corporation che hanno sfruttato questo legal loophole. Richard Murphy di Tax Justice Network ha dichiarato:
Con le tasse non pagate da Microsoft si potrebbe costruire un ospedale o fornire una formazione informatica ai giovani che vogliono lavorare in questo settore. Stanno negando soldi alle persone che ne hanno bisogno.