Microsoft mostra ancora una volta la linea dura contro la pirateria e, dopo aver alzato la voce contro gli spammer di Hotmail nei giorni scorsi, torna a muovere i propri legali negli Stati Uniti. Il gruppo di Redmond punta il dito contro la vendita di software pirata, da sempre croce e delizia del mondo Microsoft: se da una parte il tutto rappresenta una pesante emorragia di danaro per i flussi in entrata, dall’altra infatti sono in molti a ritenere come la pirateria abbia contribuito ad imporre il sistema Windows negli anni trasformandolo in un vero e proprio standard per l’informatica internazionale.
La denuncia Microsoft è stata mossa nel caso specifico presso varie corti distrettuali USA e nel mirino vi sarebbero 23 aziende distribuite tra la California e la Florida. Il tutto rientra all’interno di una serie di oltre 120 azioni legali già portate avanti dal gruppo contro la pirateria negli ultimi mesi.
Il comunicato ufficiale diramato da Microsoft illustra l’iniziativa spiegando come il fenomeno sia «parte di un grande problema» che il gruppo quantifica per i soli Stati Uniti in 7.3 miliardi nel 2006 (dati Business Software Alliance). Microsoft spiega che la ricerca del giusto equilibrio tra qualità e buon prezzo spinge molti utenti a cadere nella trappola del software pirata, privando così l’uso del prodotto della necessaria assistenza e delle necessarie tutele.
Oggi tutto ruota attorno alla Genuine Software Initiative con cui le copie di Windows vengono validate per poter essere usate correntemente e grazie al quale è possibile accedere a tutti gli aggiornamenti proposti dalla casa madre. Microsoft sottolinea come anche le istituzioni si muovano per promuovere un mercato regolare senza le sbavature dell’illecito in quanto i danni causati dalla pirateria andrebbero oltre il solo problema economico (secondo la BSA nel solo 2006 13.000 posti di lavoro sarebbero andati perduti in conseguenza più o meno diretta del fenomeno della contraffazione).