Microsoft ha espresso pubblicamente il proprio supporto al matrimonio omosessuale: la società di Redmond, infatti, ha guidato un gruppo di aziende tecnologiche nella richiesta del riconoscimento dell’equità matrimoniale presso lo stato di Washington. La motivazione? La discriminazione sessuale non ha effetti funesti solo a livello sociale, ma anche sul business.
Vulcan, NIKE, RealNetworks, Group Health Cooperative, Concur e la sopracitata Microsoft hanno scritto una missiva comune al governatore dello stato di Washington, Chris Gregoire, per dimostrare il loro supporto ai diritti della comunità LGBT, compreso quello al matrimonio. Nella lettera, molto breve, la piena approvazione di due provvedimenti che potrebbero presto prendere vita.
«Ti scriviamo oggi per dimostrare il supporto delle nostre rispettive compagnie alla SB6239 e alla HB6239, che riconoscono l’equità matrimoniale per le coppie dello stesso sesso». Le spiegazioni più articolate spettano, invece, al blog della stessa Microsoft, dove il colosso tecnologico sottolinea il perché di una così determinata presa di posizione. Abbattere i paletti alla soddisfazione personale dei dipendenti, infatti, ha come effetto quello di migliorare l’intero business: è complicato per le aziende tecnologiche riuscire a selezionare i cervelli migliori se questi subiscono costanti discriminazioni, magari preferendo stati e nazioni più tolleranti.
«In Microsoft, siamo orgogliosi dei nostri prodotti e dei nostri servizi, del nostro marchio, del nostro successo globale. Ma, senza dubbio, i dipendenti sono la nostra ricchezza più grande. […] Siccome altri stati riconoscono l’uguaglianza matrimoniale, i datori di lavoro di Washington sono svantaggiati perché non possono offrire un ambiente simile e inclusivo per gli impiegati di talento, le reclute migliori e le loro famiglie. […] L’uguaglianza matrimoniale consentirebbe alle aziende di Washington di porsi sullo stesso livello degli altri sei stati che riconoscono per legge i matrimonio tra persone dello stesso sesso, tra cui Connecticut, Iowa, Massachusetts, New Hampshire, New York e Vermont. In questo modo, potremmo essere competitivi nella caccia di talenti. […] Così come a New York, crediamo che a Washington i provvedimenti debbano essere tramutati in legge: renderanno la nostra economia più forte.»
Non è la prima volta che Microsoft si lancia nella difesa dei diritti della comunità omosessuale: qualche mese fa infatti, la società di Redmond si era strenuamente opposta al Defence of Marriage Act, una proposta che avrebbe potuto determinare l’esclusività legislativa del matrimonio tra uomo e donna, e aveva inoltre interrotto accordi di fornitura e marketing con aziende di terze parti e retailer in odor di omofobia. Non ultimo, dal 1989 Microsoft è impegnata a non discriminare i propri dipendenti su base sessuale, tanto da aver creato il progetto Gleam, Gay Lesbian and Transgender Employees in Microsoft, gruppo che ora conta più di 700 dipendenti. È interessante sottolineare, infine, come la via scelta non sia quella della discussione del matrimonio gay da un punto di vista politico o dal versante etico, bensì da quello pratico: la discriminazione è nociva, soprattutto nel business.