Microsoft non solo rinvia la chiusura della sentenza, non solo respinge le accuse provenienti dall’UE, ma arriva addirittura ad accusare di collusione la Commissione Europea mettendo in discussione tutto l’impianto accusatorio mosso contro l’azienda dalle istituzioni del vecchio continente. Secondo Microsoft la Commissione agirebbe in modo scorretto minando la bontà delle indagini sul caso.
Quella che sembrava ormai essere maturata come una forzata collaborazione si è trasformata nel più aspro degli scontri frontali: Microsoft ha diffuso un comunicato di 16 pagine contenente informazioni supplementari in risposta alla precedente ingiunzione proveniente dall’UE con tanto di minaccia di multa. Nel testo emerge chiaramente l’accusa Microsoft nei confronti dei giudici: le indagini non sarebbero state portate avanti in piena trasparenza ed anzi vi sarebbero state collaborazioni segrete con gruppi concorrenti di Microsoft o che in passato hanno già avuto scontri legali con il gruppo di Redmond. Microsoft vorrebbe andare a fondo alla vicenda con una manovra di evidente disturbo nei confronti della giuria che dovrà firmare il verdetto conclusivo.
A fine marzo (30-31/03) vi sarà un’udienza ulteriore invocata da Microsoft e la mossa odierna sembra una presa di posizione decisa soprattutto nell’ottica di quest’ultimo estremo appuntamento: le parti si troveranno faccia a faccia a discutere della sentenza, delle soluzioni portate avanti da Microsoft e della multa da 2 milioni di euro giornalieri che l’UE dovrebbe ufficializzare in caso di mancata risoluzione del problema. In merito al contenuto delle ultime accuse, l’Unione Europea non ha rilasciato commenti ufficiali spiegando inoltre di non essere tenuta a replicare a quella che è una «supplementary response» (che segue la prima replica ufficiale di Microsoft datata 23 Febbraio).