Cinque anni fa Microsoft lanciò il progetto Tay, un chatbot per Twitter che nelle intenzioni doveva “simulare” pensieri e parole di una teenager. L’esperimento, infatti, aveva come obiettivo quello di avviare e sostenere conversazioni con i “Millennial” attraverso l’uso di una sofisticata Intelligenza artificiale. Ma durò poco, perché Tay imparò subito il razzismo, a inneggiare a Hitler e a fare avance agli interlocutori, e quindi fu spenta.
Ora, a distanza di tempo, pare che Microsoft voglia riprovarci, e stia lavorando nei suoi laboratori a un nuovo software in grado di simulare la personalità di un vero essere umano replicandone stili e schemi di comunicazione. A svelarlo è il noto blog Ubergizmo, secondo il quale l’azienda di Redmond avrebbe già depositato un brevetto negli Stati Uniti relativo al programma.
Cos’è un chatbot e come funziona quello Microsoft?
Un chatbot è un software che simula ed elabora le conversazioni umane, scritte o parlate, consentendo agli utenti di interagire con i dispositivi digitali come se parlassero con una persona vivente. Quello progettato da Microsoft mira da questo punto di vista a essere uno dei più sofisticati mai realizzati, in grado ad esempio di attingere le informazioni, anche private, su un essere umano partendo dai dati social, quindi attraverso i suoi messaggi scritti o vocali, i video pubblicati, i brani musicali preferiti e i pensieri riportati.
Una volta raccolto abbastanza materiale, il bot sarebbe così in grado di riprodurre il modo di pensare e discutere dell’individuo “studiato”, anche se questi non fosse più vivo. Il software di Microsft punta quindi su una Intelligenza artificiale estremamente evoluta: già oggi è infatti possibile interagire con assistenti virtuali come Alexa, Assistente Google o Cortana e ricevere repliche in tempo reale che simulano il comportamento umano, sebbene talvolta con risultati non proprio convincenti.