Continua la campagna di marketing messa in atto da Microsoft per screditare i servizi di Google. Dopo aver acquistato intere pagine di alcuni quotidiani statunitensi, per avvertire gli utenti del rischio che corrono con la nuova policy sulla privacy, e dopo aver accusato l’azienda di Mountain View di tracciare gli utilizzatori di Internet Explorer, l’ultimo bersaglio di Microsoft sono le Google Apps.
Sul blog Why Microsoft è stato pubblicata una video-parodia dal titolo Googlighting, alla quale Microsoft ha associato il seguente significato:
Googlighting è quello che accade quando la più grande azienda pubblicitaria del mondo prova a vendere un software di produttività.
La parodia è chiaramente inspirata alla nota serie TV Moonlighting, andata in onda sulla ABC negli Stati Uniti dal 1985 al 1989, i cui protagonisti erano Cybill Shepherd e un giovane Bruce Willis. Il video di Microsoft mostra Googen Apperson nel tentativo di vendere le Google Apps ad una grande azienda che utilizza già prodotti Office, senza però riuscire nel suo intento.
Nel post Microsoft raccoglie alcune testimonianze di aziende che hanno utilizzato il servizio Google, ma che ben presto hanno verificato che le Google Apps non sono un prodotto di livello enterprise. Google non garantisce sempre il funzionamento e, secondo l’American Heart Association, non fornisce le necessarie garanzie e trasparenza sul modo in cui conserva e utilizza le informazioni degli utenti.
Molti pensano che Google abbia fallito nel progettare e distribuire un prodotto che possa soddisfare le diverse necessità di un’azienda. Microsoft quindi suggerisce di abbandonare le Google Apps e di passare a Office 365, la migliore soluzione di collaborazione e di produttività basata sul cloud computing esistente sul mercato.
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