Qualcuno in Microsoft ha osato pronunciarsi in favore della più intraprendente delle imprese: far fuori Bill Gates dai ruoli di primo piano dell’azienda. Bill Gates, il fondatore; Bill Gates, colui il quale per 38 anni ha fatto la fortuna del gruppo con le sue intuizioni prima e la sua politica di espansione poi; Bill Gates, icona internazionale che di fatto rappresenta un valore per la stessa Microsoft.
Bill Gates, colui il quale è però visto oggi da alcuni azionisti come un collo di bottiglia che l’azienda non può più permettersi di scontare: di qui la richiesta, ad oggi anonima e frutto di trattative private, per spingere il fondatore del gruppo a fare un passo indietro ed abbandonare il suo ruolo di presidente nel momento stesso in cui il delfino Steve Ballmer piange il suo passato ed abbandona il campo in favore di un nuovo amministratore delegato. La voce trapela da Reuters: sarebbero almeno 3 gli azionisti pronti a far saltare la poltrona di Bill Gates.
La loro voce pesa per il 5% circa della proprietà del gruppo, ossia una porzione pressoché simile a quella detenuta ancora da Gates. Le colpe ravvisate in Gates sarebbero soprattutto relative alla scarsa capacità del gruppo di restituire valore ai propri azionisti dopo un decennio costellato di errori e marce indietro, investimenti di dubbia efficacia e frequenti rivisitazioni di brand e strategie.
Una voce che trova eco nel contesto storico in cui si trova l’azienda: un immenso impero con le basi sempre più fragili. Un gruppo che si è proiettato in una radicale ristrutturazione, ma che ancora rimane ancorato saldamente ai modelli di business che ne hanno fatta la fortuna nei decenni passati, si trova ora a dover fare i conti con chi vuole esprimere tutto il potenziale dell’azienda rimuovendo in primis coloro i quali sono visti come un ostacolo verso una più coraggiosa evoluzione. Fuori Ballmer prima (sempre più forti le voci che ipotizzano per la successione Alan Mulally, in uscita da Ford), fuori Gates poi: per un nuovo inizio.
Nessuna dichiarazione trapela al momento da Redmond ed anche il diretto interessato non ha ancora commentato le dichiarazioni scaturite dalle agenzie di stampa.
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Oggi Bill Gates mantiene un ruolo di primo piano in Microsoft pur legando le proprie attività soprattutto ad attività filantropiche al quale ha deciso di legare il proprio futuro. Chi gli chiede di fare un passo indietro in qualità di Presidente dell’azienda, sta di fatto suggerendo un passo epocale destinato ad incidere in modo fondamentale sui destini dell’azienda: uno strappo più forte di qualsiasi altro, un passaggio di mano che chiuderebbe un capitolo senza pari nell’evoluzione delle tecnologie informatiche.
La palla del gioco è nelle mani di Bill Gates: il suo ruolo e la sua storia gli danno il diritto di giocarsi quest’ultima partita dettando i propri tempi e le proprie volontà.