Ancora una volta, il servizio di web monitoring GreatFire ha espresso critiche sul modo in cui Bing funziona in Cina. Secondo i dati ottenuti da un’azienda indipendente, Microsoft non mostrerebbe i risultati delle ricerche su argomenti considerati “sensibili” dal governo di Pechino. La censura sarebbe ancora più pesante di quella attuata da Baidu, il motore di ricerca locale. I filtri sono applicati anche all’esterno della Cina, impedendo quindi l’accesso a informazioni su specifici avvenimenti.
Lo scorso mese di febbraio, GreatFire aveva chiesto a Microsoft la pubblicazione di un report sulla trasparenza per Bing, in seguito alla scoperta che il motore di ricerca censura informazioni sulla Cina anche all’esterno dei confini del paese. Microsoft ha dichiarato che si è trattato di un errore, affermando che il filtro viene applicato solo per rispettare la legge locale o per garantire la qualità e la sicurezza del servizio. Il recente studio, effettuato lanciando la ricerca dall’interno e dall’esterno della Cina, ha fotografato però una situazione completamente diversa.
Dall’esame delle SERP (Search Engine Results Page) per oltre 30.000 query, sensibili e non sensibili, sono stati ricavati interessanti dettagli sulle pratiche di filtraggio attuate dalla versione cinese di Bing. Il motore di ricerca ha una lista di 139 termini “nascosti”, per i quali non viene visualizzato nessun risultato. Bing possiede una blacklist di 329 siti web e 1.593 URL che non vengono mai mostrati agli utenti cinesi. Il content filtering viene applicato ad alcuni noti siti locali che, invece, non sono censurati da Baidu, il principale search engine in Cina.
Bing bloccava anche l’accesso a cinque edizioni di Wikipedia (giapponese, francese, tedesco, olandese e svedese). Dopo la segnalazione di GreatFire, Microsoft ha rimosso il filtro. Tuttavia, l’azienda di Redmond dovrebbe spiegare perché Bing censura più di Baidu e fornire i dettagli del meccanismo messo in pratica quando riceve una richiesta di blocco dal governo cinese.