Bing, il nuovo motore di ricerca di casa Microsoft, sta per vedere la luce. Annunciato da poche ore, il nuovo brand ha conosciuto un passaparola senza eguali, soprattutto in considerazione di quelli che sono stati i precedenti Microsoft nel settore. Bing l’onomatopeica, Bing il motore, Bing la rivoluzione, Bing la rivincita: i significati attribuiti al motore sono già molti, ed ancora il motore non si è visto. Bing arriverà nelle prossime ore, con un progressivo rilascio internazionale che dovrebbe giungere a compimento entro il 3 Giugno.
Mentre l’Italia si gode il ponte del 1 Giugno, quindi, Bing.it (il dominio risulta regolarmente occupato) si metterà in moto. In Italia il nome ha interpretazione evidentemente onomatopeica: “Bing” non ha significato diverso dal suono che trasmette, un argentino rintocco rapido ed acuto, con un riverberarsi che lascia immaginare una ricerca rapida che porta con un click al risultato. Ed è questo quel che Microsoft intende raggiungere. Tuttavia Bing sembra non avere medesima accezione ovunque: secondo TechCrunch, ad esempio, in Cina la parola si avvicina pericolosamente al significato di “malattia”, ma non sarà certo un piccolo inciampo a fermare la cavalcata del brand (soprattutto se un budget da 100 milioni di dollari è già pronto per coprire ogni falla).
CNet ha espresso forte apprezzamento per Bing. Titolando «Microsoft Bing: molto meglio del previsto», l’influente testata si è espressa a favore del motore apprezzandone le migliorie e mostrando i risultati delle prime ricerche compiute. Particolarmente apprezzabile, secondo quanto indicato nella recensione, la capacità di mostrare notizie e informazioni estremamente aggiornate, il che implica un forte passo avanti rispetto a quello che è uno dei maggiori talloni d’Achille di Google: la dimensione istantanea. L’articolo si chiude con la migliore delle chiose che Microsoft avrebbe mai potuto auspicare: «Provate questo motore di ricerca. Non penso che ve ne pentirete».
Il commento più clamoroso è giunto da Steve Wozniak, cofondatore Apple ed eclettico personaggio del mondo dell’ICT (nonché del balletto, ma questa è un’altra storia): «normalmente non partecipo a queste presentazioni, ma penso che questa sia stata la software demo più stupefacente che abbia mai visto». Wozniak è stato evidentemente rapito da Bing, esprimendo totale apprezzamento per l’intelligenza e gli algoritmi spiegati: «mi ha davvero impressionato».
Nessun commento da Mountain View: c’è da immaginare fervente dialogo ai vertici del team Google in queste ore, ma al momento non giunge alcuna posizione ufficiale per un servizio che ufficialmente non ha ancora messo a disposizione la propria homepage per qualche prova reale sul campo. Un velo di diffidenza è stata invece manifestata da Peter Sealey, chief marketing officer del gruppo Coca-Cola. I dubbi sono relativi alla necessità di un brand tanto lontano dal mondo della ricerca, racchiuso in un suono e non richiamante alcunché in riferimento all’ambito in cui si va ad operare. Sealey ritiene che Microsoft debba ora spendere molto tempo e molto danaro per costruire un’immagine attorno al brand “Bing”, oneri che si sarebbero potuti avanzare sfruttando scelte più comode e meno bizzarre.
Se Bing sarà davvero una rivoluzione, i cambiamenti avranno ripercussioni pesanti sull’intera struttura del web, oggi pensata dai SEO in funzione delle keyword ed un domani maggiormente strutturata in categorie e schemi precisi, così che il nuovo crawler possa identificare al meglio i contenuti e possa quindi organizzarli nel modo migliore all’interno delle SERP del motore Microsoft.
Un video e pochi link rimandano alla natura di Bing, in attesa che il motore venga avviato e che l’utenza possa iniziare a macinare query per mettere alla prova il “Decision Engine” voluto a Redmond.