Intervenuto durante la conferenza RSA sulla sicurezza, Scott Charney, Microsoft’s corporate vice president of Trustworthy Computing ha suggerito che i PC infetti dovrebbero essere esclusi dalla rete e messi in quarantena.
Questa è la sua proposta per ridurre i danni da botnet, virus e spam, ovvero trattare i computer come fanno di medici con i malati, che vengono tenuti in quarantena fino a che non guariscono.
In teoria un software antivirus dovrebbe essere in grado di riconoscere quando un PC è infetto e impedirgli di collegarsi ad Internet e infettare altri computer. Il concetto, di per sé, non è complicato, ma la sfida è far accettare l’idea agli utenti finali.
Internet è, oggi, un modo per esprimersi liberamente, comunicare, essere attivi nel commercio, nell’economia e nell’istruzione. Il computer e Internet sono diventati importanti per la vita di tutti noi.
Ma anche la sicurezza informatica è allo stesso modo importante, soprattutto perché da essa dipende la protezione di informazioni personali, come carte di identità, segreti industriali, privacy e carte di credito.
Il problema, in fondo, è sempre lo stesso: rendere Internet un luogo più sicuro. Come fare? Non tutti gli utenti sono così informati da proteggersi e impedire che il proprio PC infetti anche gli altri.
È la stessa filosofia alla base del fumo: si può avere il diritto di rischiare la propria vita, ma non di fare ammalare le persone vicino a sé, per questo il fumo oggi è vietato nei luoghi pubblici.
Un’idea fondamentalmente giusta, ma che il pubblico difficilmente accetterebbe. Voi che cosa ne pensate?