Alla cortese attenzione del sig. Babbo Natale. Il nostro studio legale ha ravvisato numerose violazioni in merito alla procedura con cui i bambini di mezzo mondo inviano a Lei la lista dei doni desiderati. Il suo sistema di comunicazione, gentile sig. Natale, appartiene a Microsoft che ne ha regolarmente brevettato il funzionamento. Il nostro studio legale si riserva di citare in giudizio la signoria vostra, le renne e tutti gli elfi alle sua dipendenze.
Questo messaggio potrebbe apparire, a prima vista, una semplice boutade post-natalizia. Eppure, la lettera apocrifa al signor Babbo Natale nasconde un fondo di verità. Nell’aprile del 2005 Microsoft ha, infatti, depositato all’Ufficio brevetti degli Stati Uniti l’invenzione delle Wish List online, le liste dei desideri utilizzate dagli utenti per indicare a parenti o amici i doni che desidererebbero ricevere. A distanza di alcuni anni dall’atto di deposito della documentazione, il brevetto è divenuto attivo lo scorso primo gennaio.
L’invenzione di Microsoft potrebbe ricordare quella dell’acqua calda, eppure nella lunga dissertazione che accompagna la richiesta per il brevetto, gli “inventori” di Redmond motivano con astrusi ragionamenti la loro geniale intuizione. Il sistema progettato da Microsoft si distinguerebbe dalle Wish List già esistenti online per la particolare gestione dei database, i file che racchiudono le informazioni sugli oggetti desiderati dagli utenti. Microsoft vorrebbe rendere maggiormente dinamica e interattiva la gestione degli elenchi dei prodotti contenuti nei differenti database dei venditori online, creando wish list onnicomprensive per gli utenti. La spiegazione allegata al brevetto non consente di comprendere pienamente quali possano essere i reali piani di Microsoft legati all’ecommerce: il documento pare essere volutamente criptico e ambiguo. Così, un interrogativo che sicuramente assale anche Babbo Natale permane: cui prodest?