È andata in scena oggi la tappa italiana del tour organizzato da Microsoft per portare l’evento Build 2015 in giro per il mondo. L’appuntamento ha riunito a Milano sviluppatori provenienti da ogni angolo del paese. Al centro dell’attenzione tutto ciò che gravita intorno a Windows 10, più che una piattaforma un vero e proprio ecosistema concepito per abbattere le barriere che oggigiorno separano l’ambito PC da quello mobile, arrivando a interessare territori ancora in gran parte inesplorati come quello della Internet of Things.
App universali
Ancor prima che offrire vantaggi all’utente finale, Windows 10 costituisce un’innovazione per la community di sviluppatori, proseguendo nel solco tracciato negli anni scorsi con le versioni 8 e 8.1 del sistema operativo e introducendo su larga scala il concetto di app universali. Si tratta essenzialmente di software in grado di adattarsi automaticamente alle differenti tipologie di dispositivi utilizzati: dal computer desktop al laptop, dallo smartphone al tablet, fino alle console videoludiche e ai set-top box da connettere al televisore. In altre parole, a chi sviluppa basterà scrivere il codice una sola volta e l’applicazione saprà mostrare l’interfaccia corretta per ogni schermo, tenendo in considerazione fattori come la diagonale del pannello e la risoluzione, la presenza di una superficie touch o di un mouse e molto altro ancora.
Una rivoluzione che può in qualche modo essere paragonata a quella avvenuta nel decennio scorso in ambito Web, dove la differenziazione dei display ha spinto webmaster e webdesigner all’adozione di layout fluidi per le pagine dei siti, capaci di estendere o ridurre la dimensione degli elementi mostrati così da ottimizzarne la visualizzazione. Questo si traduce nella possibilità di far affidamento ad un solo ambiente di sviluppo per la creazione delle app, risparmiando tempo e risorse. Anche il rilascio di aggiornamenti sarà più rapido e indolore, poiché si andrà a distribuire update per una sola versione del codice e non come accade oggi per diverse release.
Il PC in tasca
Funzionalità come Continuum sono proiettate verso il futuro, così da rendere del tutto naturale e immediato il passaggio da una tipologia di dispositivo all’altra, senza interrompere l’esperienza di utilizzo. Sarà ad esempio possibile iniziare l’editing di un documento sullo smartphone o sul tablet, sfruttando un’interfaccia ottimizzata per i display touchscreen, poi continuare ad apportare modifiche connettendo il device ad un monitor esterno e beneficiando di una UI più completa, scrivendo il testo con la tastiera e selezionandolo con il puntatore del mouse. Il tutto senza dover ricorrere ad un PC.
Produttori come Qualcomm sono già al lavoro per introdurre hardware capace di gestire più output video in contemporanea, per offrire una modalità multi-screen che gli sviluppatori potranno sfruttare dando vita a soluzioni avanzate e inedite, il tutto a vantaggio dell’utente finale, che non sarà più costretto a portare con sé un laptop quando si trova in viaggio.
Anche Android e iOS a bordo
I numeri parlano chiaro: nel mercato mobile Microsoft deve colmare il gap che ancora separa Windows (Phone) dalla concorrenza di Android e iOS. In alcuni paesi, come l’Italia, la piattaforma di Redmond ha saputo conquistare una fetta non indifferente di market share, in altri meno. Per mettere a disposizione un numero maggiore di applicazioni all’utenza nel breve periodo, così da spingere la diffusione del sistema operativo, saranno introdotti quelli che Andrew Wigley (Developer Evangelist) chiama “bridge”, dei tool che permetteranno a chi sviluppa di convertire in modo agevole il codice scritto per le altre piattaforme e renderlo conforme all’esecuzione su Windows. Non sono molti i dettagli svelati in via ufficiale sul progetto, ma nel corso dell’incontro qualche informazione è trapelata: l’operazione non avverrà ovviamente in modo del tutto automatico, ma offrirà il vantaggio di poter “riciclare” (termine da intendere nella sua accezione positiva) gran parte del codice.
Il browser Edge e lo store
Il pensionamento di Internet Explorer (che continuerà comunque ad essere supportato per le applicazioni business) e l’introduzione del nuovo browser Edge segna un’importante svolta per il mondo Windows. Non solo rappresenta un significativo passo in avanti in termini di performance, ma garantirà anche una migliore integrazione delle Web app, che potranno beneficiare ad esempio della tecnologia legata all’assistente Cortana. Sfruttando le API messe a disposizione sarà possibile creare applicazioni che interagiscono con tutte le componenti del sistema operativo.
Microsoft non ha dimenticato nemmeno chi si occupa di “software tradizionali”. Project Centennial è un’iniziativa finalizzata proprio a questo: semplificare la distribuzione e il processo di installazione dei programmi, compattandoli all’interno di quello che può essere definito un pacchetto da caricare su Windows Store. In questo modo l’utente finale potrà contare su una piattaforma sicura e affidabile da cui effettuare il download. Anche il rilascio degli aggiornamenti sarà in questo modo reso più semplice.
Un miliardo di Windows 10
Gli obiettivi che Microsoft consegue con la strategia messa in campo sono ambiziosi: secondo quando dichiarato oggi da Wigley durante l’incontro con la stampa, il gruppo intende raggiungere il miliardo di copie di Windows 10 distribuite entro tre anni dal lancio di fine luglio. Per raggiungere il traguardo servirà innanzitutto invogliare gli utenti a scegliere la piattaforma, con iniziative come quella già annunciata che riguarda l’update gratuito per i primi dodici mesi offerto a tutti coloro che già sono in possesso di una versione precedente. Allargare la base installata servirà come volano per stimolare sempre più sviluppatori a creare software dedicati alla piattaforma e, di conseguenza, porterà un numero maggiore di utenti ad optare per un device Windows piuttosto che per uno della concorrenza. Un circolo virtuoso, insomma, sul quale l’azienda di Redmond intende fondare il proprio futuro.
Nessun limite all’innovazione
Il punto di forza di Windows, come già detto, è la sua natura cross-device, che permetterà al sistema operativo di abbracciare qualsiasi tipologia di dispositivo in commercio. Quelle che fin da subito beneficeranno della tecnologia sono ovviamente PC, mobile, console e prodotti per l’intrattenimento, ma negli anni a venire lo spettro è destinato ad allargarsi, arrivando a toccare ad esempio il settore automotive (dove oggigiorno la maggior parte delle soluzioni offerte sono chiuse e proprietarie) oppure quelli medico e industriale. Windows 10, in definitiva, nasce dall’esigenza di raccogliere quanto di buono fatto in passato, ma si inserisce in un’ottica lungimirante e proiettata verso il domani.