Se anche Microsoft inizia a licenziare, allora probabilmente la crisi è ad un livello più profondo di quanto gli analisti non avessero intuito. Il gruppo ha annunciato la prima ondata di licenziamenti della sua storia, pagando così pegno per una situazione economica che affoga nell’incertezza e che vede il mercato bloccato da previsioni cupe, minori investimenti e stallo generale. Il capitale umano dismesso da Microsoft assomma a 5000 unità (il 5% circa dell’intera forza lavoro da 96.000 unità), 1400 delle quali con effetto immediato e le rimanenti entro i prossimi 18 mesi. La maggior parte dei licenziamenti colpirà la sede di Redmond, snellendo svariate unità in un ridimensionamento generale determinato direttamente anche dalle cattive prestazioni finanziarie che il gruppo ha registrato nell’ultimo trimestre.
La trimestrale che Microsoft consegna ai mercati è chiaramente negativa. Sebbene il gruppo ricolleghi direttamente le cattive prestazioni ad un problematico impatto dell’intera economia sulle vendite del gruppo (la vendita di pc e server è in preoccupante rallentamento), la borsa dimostra un evidente nervosismo nel momento in cui i numeri restituiti vengono annunciati come inferiori alle già pessimistiche stime degli analisti. Il titolo crolla così nella seduta giornaliera, andando addirittura sotto di oltre 11 punti percentuali in chiusura e trascinando per tutta la giornata al ribasso l’intero listino.
Secondo quanto annunciato da Chris Liddell, il mercato dei pc sarebbe crollato nel trimestre di riferimento di una quota compresa tra i 7 ed i 10 punti percentuali. In linea con questa debacle le vendite Microsoft hanno dato segnali di sofferenza soprattutto nell’area Client, ove Windows Vista rende problematico il momento e gli introiti scendono dell’8%. Migliori le performance nell’area Business, ove Office e SharePoint hanno portato introiti in salita del 7% contro un crollo del 23% del comparto Consumer. Parallelamente cresce costantemente il mercato dei server, mentre il gruppo esprime estrema cautela per quanto concernente il mercato Entertainment: la Xbox 360 offre oggi performance di grande successo (sebbene il taglio dei prezzi abbia comportato una redditività del comparto ridotta del 60%), ma le console rimangono un bene per i privati e la disponibilità di spesa è in questo contesto in costante calo. Il futuro, quindi, potrebbe vedere la parabola ascendente impattare in una pausa di riflessione.
I profitti del gruppo Microsoft scendono dai 4.71 miliardi dello scorso anno ai 4.17 dell’ultimo trimestre. Trattasi di una quota pari a 0.47 dollari diluiti, al di sotto dei 50 del trimestre di 12 mesi prima e soprattutto al di sotto dei 49 centesimi attesi dagli analisti. Il fatturato sale del 2% a quota 16.63 miliardi di dollari, anche in questo caso al di sotto dell’obiettivo di 17.1 miliardi.
Steve Ballmer, pur chiarendo che un rimbalzo immediato è impossibile (allungando pertanto i tempi per un recupero ai livelli dei mesi scorsi), rende onore al proprio ruolo di CEO aprendo anche ad una nota di speranza. Ballmer torna a parlare di Yahoo, spiegando che un accordo sul Search Advertising avrebbe oggi ancora un senso compiuto, e spiega che a fronte di molti licenziamenti ci sarà anche un certo tasso di assunzioni concentrate perlopiù nel comparto Internet: il gruppo ha dimostrato di volersi concentrare nella concorrenza a Google ed in questa direzione gli sforzi da compiere sono evidentemente ancora molti.