Microsoft cambia la policy dei servizi cloud

I nuovi termini d'uso sulle piattaforme cloud permettono a Microsoft di usare i contenuti degli utenti per migliorare i servizi e personalizzare i risultati di Bing.
Microsoft cambia la policy dei servizi cloud
I nuovi termini d'uso sulle piattaforme cloud permettono a Microsoft di usare i contenuti degli utenti per migliorare i servizi e personalizzare i risultati di Bing.

Con un comunicato pubblicato nei giorni scorsi su uno dei blog aziendali, Microsoft ha reso noto alcune modifiche alle condizioni d’uso dei suoi servizi, con particolare riferimento a quelli basati sul cloud, come Outlook, SkyDrive, Messenger, Hotmail e Bing. L’azienda di Redmond ha aggiornato la policy con l’obiettivo di semplificarne la comprensione e la lettura da parte degli utenti. In realtà, questi cambiamenti potrebbero avere conseguenze negative sulla privacy.

Come si ricorderà, lo scorso mese di febbraio Microsoft aveva avviato una campagna di marketing contro Google, denominata “Putting people first”. Come questo motto, la software house ha voluto evidenziare il proprio rispetto per la privacy degli utenti, mettendo in guardia i consumatori sui rischi che corrono quando utilizzano i servizi del rivale. Anche se i contenuti delle email e i documenti su SkyDrive non verranno usati a scopi pubblicitari (come invece farebbe Google), Microsoft potrà utilizzare i dati per migliorare i propri servizi.

La precedente versione dei termini d’uso prevedeva l’utilizzo dei contenuti degli utenti “solo nella misura necessaria per fornire il servizio”. Ora invece è scritto che i contenuti possono essere usati per “fornire, proteggere e migliorare prodotti e servizi”. Tradotto in parole semplici, significa che Microsoft può estrarre informazioni dalle email, dai messaggi di chat o dalle foto per rilevare malware e migliorare i servizi aggiungendo nuove funzionalità. Inoltre, potrebbe ricavare informazioni da SkyDrive o Hotmail e utilizzarle per personalizzare i risultati delle ricerche su Bing.

Gli utenti degli Stati Uniti che accedono ai servizi cloud e quindi accettano le nuove condizioni d’uso, rinunciano automaticamente a qualsiasi causa legale contro Microsoft sotto forma di class action. Per la risoluzione di eventuali dispute si dovrà obbligatoriamente ricorrere all’arbitrato. L’azienda di Redmond ha deciso quindi di seguire la stessa strada di Sony, che ha adottato una clausola del tutto simile. I nuovi termini d’uso saranno in vigore a partire dal 19 ottobre.

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