Microsoft ha comprato Netscape. E non è un’operazione da Ritorno al Futuro: Microsoft avrebbe realmente fatto proprio quel che resta di Netscape, il che chiude definitivamente una guerra epica che ha animato la Rete degli anni ’90 e che, soprattutto, apre oggi una nuova fase della cosiddetta “guerra dei browser”. Si tratta di una operazione che non va archiviata troppo superficialmente a metà tra la bolla ed il folklore: Microsoft ha investito nell’affare oltre 1 miliardo di dollari e con questa improvvisa frecciata mette probabilmente a segno un punto fondamentale in una battaglia concorrenziale estremamente equilibrata su molti campi.
Trattasi, soprattutto, di una operazione ancora tutta da interpretare che però fin dalle prime ore lascia trapelare la dimensione ed il peso di un assegno con cui Steve Ballmer torna all’attacco dopo lunghi anni passati sulla difensiva.
La storia sembrava finire il giorno in cui Microsoft e AOL firmavano un accordo da 750 milioni di dollari con cui si metteva una pietra sopra alle battaglie tra le parti: correva l’anno 2003 e Netscape (sulle cui rovine è nato in seguito Firefox) lasciava definitivamente strada libera alla controparte Internet Explorer, il quale vedeva così definitivamente legittimato il proprio dominio sul mercato. Netscape è diventato di fatto un ricordo scritto sui libri nei quali è narrata la storia del computing e della Rete, ma il suo cuore non ha mai cessato di battere: il browser che ha dato il via alla navigazione sul Web ha infatti lasciato nella cassaforte AOL preziosissimi brevetti che ora Microsoft avrebbe fatto propri con un esborso da 1,056 miliardi di dollari.
Netscape sarebbe soltanto una parte (una piccola, significativa, parte) di un accordo ben più ampio: in tutto Microsoft ha fatto propri 800 brevetti dei quali AOL si è riservato una licenza senza limiti temporali (con tanto di estensione della licenza ad ulteriori 300 brevetti Microsoft). Trattasi di un portfolio molto ampio, che va dagli instant messenger ai calendari, dalla pianificazione online dei viaggi ai motori di ricerca. A tutto ciò AOL aggiunge la vendita di una divisione del gruppo «in perdita», senza tuttavia far nomi. Ma il nome sembra scaturire in breve tempo: trattasi di Netscape, trattasi di una pietra preziosa che AOL conservava nella propria cassaforte e che ora ha deciso di giocarsi per dare ossigeno ai conti del gruppo quando massima è la possibilità di monetizzarne il valore.
I primi analisti che hanno valutato l’affare hanno visto in questa mossa una vera e propria zampata Microsoft su aspetti fondamentali della Rete quali SSL e cookie: i brevetti legati a Netscape coprono parti fondamentali del Web e per Microsoft tale operazione può dunque avere una valenza fondamentale nella sfida a Google, a Chrome ed a gran parte della strategia della sponda di Mountain View. Microsoft sembra inoltre mettere al riparo Facebook da altre denunce per violazione di proprietà intellettuale, conquistandosi una ulteriore leva per far valere la propria posizione sul social network (del quale detiene ancora una piccola quota). Elucubrazioni, interpretazioni, tasselli di un mosaico probabilmente molto più complesso.
La domanda è lecita e, sebbene trovi immediate chiavi di lettura verosimili, andrà rivolta presto o tardi direttamente a Steve Ballmer: cosa farà Microsoft con i brevetti AOL? Quale incidenza può avere la concentrazione dei brevetti di Netscape nelle mani del team di Internet Explorer? Quale significato va dato ad un miliardo di dollari investito in brevetti? Microsoft nel frattempo paga l’improvvisa spesa con un piccolo inciampo in borsa, scontando così l’esborso in attesa di capire cosa possa succedere invece nel lungo periodo.
L’operazione dovrebbe concludersi a titolo definitivo entro la fine del 2012.