I dati che provengono dalle statistiche risultanti dall’attività del Windows Malicious Software Removal Tool sono preoccupanti: secondo quanto comunicato da Microsoft su almeno il 60% dei sistemi analizzati sarebbero stati trovati software maligni di vario tipo. In tutto il software dedicato alla sicurezza sarebbe stato installato da 270 milioni di utenti in tutto il mondo, il che rende il dato finale quantomeno attendibile. I sistemi trovati infetti nel breve periodo tra Gennaio e Marzo 2006 sarebbero addirittura 3 milioni e mezzo.
Le conclusioni sono evidenti: i cosiddetti «backdoor trojan» rappresentano il più grave pericolo per l’utenza Microsoft e la cosa ben si sposa con quanto espresso in giornata da un parallelo comunicato Sophos: i trojan sono diventati la principale delle minacce per la sicurezza online, surclassando di molto la quantità dei virus in circolazione. Il pericolo emergente è invece costituito dai cosiddetti Rootkit: ne sarebbe stato trovato uno ogni 5 computer analizzati, ma il dato scende di quasi il 50% se si esclude il noto Rootkit Sony che tanto ha fatto discutere e la cui rimozione a monte è già cosa avvenuta.
Rbot, Sdbot, Parite (risalente al lontano 2001), Gaobot e FURootkit: sono questi i malware maggiormente presenti nei sistemi controllati. Secondo CNet sarebbero 61 le famiglie di software maligni individuate dal tool Microsoft. L’annuncio apre ovviamente la strada a Windows Live OneCare, software distribuito dal gruppo di Redmond per aumentare le barriere difensive attorno ad un sistema operativo che sulla sicurezza vuole rifondare la credibilità della propria offerta in prossimità del nuovo Vista.