Affare fatto. Dopo mesi di trattative e di voci trapelate sui media, Microsoft e Verizon sono giunte ad un accordo che vedrà le due compagnie collaborare nel comparto della ricerca e dell’advertising mobile. La conferma ufficiale avrebbe dovuto giungere per voce di Steve Ballmer in occasione del suo intervento al CES di Las Vegas, ma è bastata una precedente conferma della controparte per certificare la firma dell’accordo.
A parlare è stato Ivan Seidenberg, Chief Executive Verizon, il quale ha confidato a Reuters l’anteprima in occasione della Citigroup conference. L’accordo durerà 5 anni ed è uno dei primi grandi investimenti Microsoft nel tentativo di imporre Live Search come il motore di ricerca predefinito per gli utenti. Il primo passo è la preinstallazione sui dispositivi, così da suggerire una prova partendo dalla difficile esperienza mobile. Il secondo passo è nell’abitudine, il momento in cui l’utenza si lega all’abitudinarietà dell’uso dello strumento (direzione facilitata dal fatto che la navigazione in mobilità è ancora un terreno sostanzialmente incolto).
La borsa non ha praticamente reagito alla notizia: il titolo Microsoft, invece di festeggiare il momento, ha chiuso in ribasso sulla scia delle notizie provenienti da Intel. La finanza preferisce infatti risultati di breve periodo, mentre l’accordo con Verizon è qualcosa che proietta solo alla lunga distanza la propria importanza. Verizon è oggi il secondo carrier mobile degli Stati Uniti, ma nel giro di pochi giorni supererà AT&T grazie ad una acquisizione già pianificata nei confronti della piccola Alltel. Per Microsoft è dunque un successo simbolico fondamentale che permetterà al gruppo di proiettare Live Search nell’Olimpo del settore mettendo a segno un sonoro sgambetto nei confronti della concorrenza.
In conseguenza dell’accordo i telefoni Verizon saranno equipaggiati con un pacchetto software che permetterà agli utenti di effettuare tutte quelle ricerche che la mobilità richiede con maggiore urgenza. Oltre alla ricerca tradizionale, dunque, Live Search offrirà informazioni sul traffico e sulle programmazioni cinematografiche, aprendo inoltre a contatti per locali e ristoranti, non ché mappe, suonerie, giochi e molto altro materiale. Microsoft sviluppa soluzioni specifiche nel comparto fin dall’acquisizione della piccola TellMe ed ora, dopo tanta semina, inizia il momento della raccolta. Il CES, da questo punto di vista, rappresenta una sorta di piccola svolta: l’inizio di un abbozzo di tentata rivoluzione. Il tempo sarà giudice ma, nel frattempo, Microsoft ha opportunamente firmato la propria partnership con un gruppo che solo lo scorso maggio firmava la propria entrata nella Linux Mobile Foundation assieme a Mozilla.
Non tutti concordano sulla bontà dell’accordo, però. La cifra in ballo è di 600 milioni di dollari circa a fronte di un risultato privo di sicurezze: non è detto che gli utenti decidano di adottare il pacchetto Live Search e, al tempo stesso, dovrebbero comunque effettuare un numero di ricerche particolarmente elevato per motivare l’investimento che Microsoft ha infuso nell’affare. L’atteggiamento di Redmond, insomma, viene giudicato come estremamente aggressivo, il che va presumibilmente interletto soprattutto in ottica concorrenziale: nei confronti di Google (già in partnership con Sprint) e nei confronti di Yahoo (in accordi con AT&T). La conferma giunge da Matt Rosoff: «per Live Search in particolare, è una importante via per portare questo servizio a più persone».