Negli ultimi giorni sembra che Microsoft abbia deciso di iniziare una “crociata” contro i netbook: dopo l’invenzione del nuovo termine low cost small notebook PC per indicare questi piccoli notebook, è stata comunicata una conferma e un nuovo vincolo da rispettare per installare i suoi sistemi operativi.
Come ipotizzato, Windows 7 non potrà essere installato sui netbook con processore ARM, ma la novità è rappresentata dal nuovo vincolo per Windows XP: niente netbook con storage ibrido.
L’azienda di Redmond non ha integrato il supporto per le CPU ARM nel suo prossimo sistema operativo, in quanto ritiene non adeguata la loro potenza elaborativa. Questa scelta era già stata criticata in passato dal CEO di ARM Warren East, con particolare riferimento al mancato porting di Windows Mobile per netbook.
Nel frattempo, molte aziende credono nella bontà dell’architettura ARM e iniziano a progettare la vendita di netbook equipaggiati con un sistema operativo alternativo, come Android, provando ad intaccare il monopolio del binomio Atom-Windows. Microsoft risponde che gli utenti non useranno Android in quanto sarebbe carente dal punto di vista dei software e dei driver.
Alcuni produttori, tra cui MSI con il suo Wind U115, integrano all’interno dei netbook sia un hard disk tradizionale sia un piccolo drive SSD, sul quale è installato Windows XP Home.
Microsoft avrebbe addirittura imposto a MSI il ritiro dal commercio (entro la fine di giugno) del suo netbook con storage ibrido, se intende continuare ad utilizzare Windows XP Home come sistema operativo.
A questo punto il comportamento di Microsoft sembra abbastanza chiaro: dopo essere stata “costretta” a ridurre il costo delle licenze di Windows XP Home per ostacolare la vendita di netbook Linux, adesso il suo obiettivo è “obbligare” i produttori al passaggio verso Windows 7, per il quale è necessario un portatile più potente (meglio se non netbook) e una licenza più costosa.